01/03/2002
SIENA - Il rapporto tra le donne e il potere - Dibattito alla facoltà di Lettere, con l'intervento di Anna Scattigno
Donne forti, donne in carriera, donne che vogliono assomigliare agli uomini, donne che, invece, cercano percorsi e modelli diversi rispetto al mondo maschile. E donne in continua contraddizione tra le loro aspirazioni professionali e gli stereotipi sociali più diffusi.
"Le ragazze di oggi sono fortunate e avvantaggiate rispetto a venti o trenta anni fa – sostiene Michela Pereira, docente del dipartimento di Filosofia e Scienze sociali dell'Università di Siena – ma devono anche fare fronte a grandi difficoltà. Credono di essere forti e invece spesso sono deboli, facilmente ricattabili sul piano emotivo, quando le loro aspirazioni o scelte di vita non corrispondono alle aspettative sociali, ai luoghi comuni duri a scomparire".
L'universo femminile e gli Women studies sono stati il tema dell'incontro che si è volto questo pomeriggio presso la facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di iena. Anna Scattigno, presidente della Società italiana delle storiche, ha presentato il libro "Gli studi delle donne in Italia. Una guida critica", a cura di Paola Di Cori e Donatella Barazzetti. Sono intervenute anche Francesca Bettìo, docente del dipartimento di Economia politica e Caterina Botti, collaboratrice presso la facoltà di Lettere.
La presentazione del libro è stata l'occasione per una riflessione a più voci sullo stato degli studi delle donne, a trent'anni dall'esplodere dei movimenti femministi in Italia. Dalla filosofia alla letteratura, dall'epistemologia alla biologia, dalla politica alle discipline scientifiche: l'apporto delle studiose si dimostra fondamentale per la cultura e la ricerca a livello nazionale e internazionale. E Siena, in questo senso, svolge un ruolo importante nel panorama degli Women studies grazie, ad esempio, alla Scuola estiva delle donne che si tiene ogni anno alla Certosa di Pontignano richiamando storiche e studiose da ogni parte d'Italia.
"E' importante riuscire a trasmettere il patrimonio di studi delle donne – continua Michela Pereira – così come sono necessari integrazione e confronto con l ricerca accademica a tutto campo, senza perdere le specificità del punto di vista femminile". Ma sono ancora molti i passi da compiere per un'effettiva parità. Parità nelle opportunità, nelle possibilità di scelta, nelle occasioni i crescita professionale. I dati mostrano una realtà segnata da profondi squilibri. A livello di scuola di base, ad esempio, i tassi di scolarizzazione femminile e maschile stanno su un piano di assoluta uguaglianza e, ad alcuni livelli (scuola media), quello delle ragazze supera quello dei ragazzi. Nella scuola superiore dal 1985 si è verificato il sorpasso della componente femminile rispetto a quella maschile e le studenti italiane vantano migliori esiti a fine percorso. Sul piano delle scelte, però, permangono modelli legati l passato: istituti tecnici, professionali agrari e industriali per i maschi, istituti per il turismo, i servizi sociali nonché i licei per le ragazze. La componente femminile è vistosamente assente nei programmi, nei libri di testo, nella didattica, così come nei progetti di riforma della scuola.
Per quanto riguarda l'Università, le donne rappresentano il 54,8% degli studenti immatricolati: il rendimento è migliore rispetto ai maschi ed il tasso di abbandono è pari al 20,3% in confronto al 15,4% degli uomini. Importanti cambiamenti si presentano anche nella scelta dei corsi di studio: la media delle ragazze che scelgono discipline appartenenti al gruppo letterario si è ridotta al 32,5% (nel 1970-71 a questo gruppo era iscritto il 63,2% delle giovani), 18,7 al gruppo giuridico, 12,1 a quello economico, 10,3 a quello scientifico.
Ma i dati crollano a livello della ricerca, dell'insegnamento universitario e dei ruoli dirigenziali ricoperti nelle istituzioni. Una situazione comune a tutta Europa, basti pensare che nei paesi dell'Unione solo il 26% dei docenti universitari sono di sesso femminile.
"Il vero problema – conclude la professoressa Pereira – è il rapporto tra le donne e il potere, è riuscire ad entrare nelle strutture caratterizzate da forti logiche burocratiche e rigide spartizioni del potere. La strada da fare per un'effettiva parità è ancora lunga. Auguro a tutti, donne e uomini, di riconoscere e seguire le proprie individualità, di non cadere nelle trappole delle aspettative sociali".
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