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Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

03/03/2011
SIENA - “Tartufo e tarocchi…. c’è una soluzione?”
Un innovativo sistema di controllo della qualità del tartufo sarà presentato dai ricercatori dell’Università di Siena alla mostra mercato a San Giovanni d’Asso

Molte frodi alimentari riguardano un prodotto pregiato come il tartufo: un metodo del tutto inedito per il controllo degli alimenti che contengono tartufo è stato sviluppato dal dipartimento di Scienze Ambientali “G. Sarfatti” dell’Università di Siena in collaborazione con il dipartimento di Biologia vegetale dell'Università di Torino. L’innovativo sistema, che consiste in una analisi del DNA, è in corso di pubblicazione e di brevettazione e può essere applicato con facilità, economicità e successo sul prodotto fresco e processato, costituendo uno strumento efficace per valorizzare e proteggere questo alimento pregiato.
Sabato 5 Marzo alle ore 16.30 presso la Sala del Castello a San Giovanni d’Asso, in occasione della nona edizione della Mostra mercato del Tartufo marzuolo delle Crete senesi, sarà presentato il metodo di analisi e i primi risultati sui tartufi dell’Associazione tartufai senesi.
Interverranno le ricercatrici dell’Università di Siena Roberta Rizzello e Antonella Autino, del gruppo di ricerca del professor Mauro Cresti, con una conferenza sul tema “Tartufo e tarocchi…. c’è una soluzione? “.
La Toscana è una delle poche regioni naturalmente vocate alla produzione del tartufo che può essere consumato fresco o anche impiegato nella preparazione di una vasta gamma di prodotti alimentari diversamente processati, quali salse, farine, tartufi in salamoia, salami al tartufo, paté, formaggi, che lo contengono in differenti quantità, che dovrebbero essere opportunamente riportate in etichetta. Durante la preparazione di questi prodotti purtroppo si verificano molto spesso numerosi casi di frodi alimentari che consistono nella sostituzione di tartufi ammessi alla commercializzazione e al consumo (Legge 752/95) con altre specie di scarso valore organolettico ed economico provenienti dall’estero.
E’ in questo quadro che il metodo di controllo ideato dai ricercatori dell’Università di Siena, grazie anche alla collaborazione con l’Associazione tartufai senesi e il sostegno della Provincia di Siena, potrà rivelarsi di grande utilità e importanza.

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