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Università degli Studi di Siena
Ufficio Stampa
Comunicati stampa

10/12/2010
SIENA - Rischio sismico e studio del territorio:
dopo la Regione Toscana, anche l'Emilia Romagna si affida all'Università di Siena


Dopo il rinnovo delle importanti convenzioni tra la Regione Toscana e il dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Siena per la stima
della pericolosità sismica del territorio regionale, anche la Regione Emilia Romagna ha deciso di affidare all'Ateneo senese lo studio del suo territorio.
Così il dipartimento e il gruppo di ricerca del professor Enzo Mantovani si confermano un punto di riferimento imprescindibile per lo studio
dell'assetto sismotettonico dell'Appennino settentrionale.
Per quanto riguarda la Regione Toscana, la collaborazione ormai decennale si sta sviluppando ulteriormente per acquisire elementi utili alla
classificazione del territorio regionale e alla definizione di criteri di priorità tra le zone sismiche toscane per la gestione delle risorse
destinate ad interventi di prevenzione. La legislazione che regola attualmente la gestione del rischio sismico in Italia assegna infatti alle Regioni il compito di approfondire le conoscenze attuali e ottenere stime realistiche della pericolosità sismica. Le notevoli risorse dedicate da molti anni a questo problema pongono la Regione Toscana ai primi posti in campo nazionale nella stima e prevenzione del rischio sismico. I risultati ottenuti dalla collaborazione con il dipartimento saranno descritti in due pubblicazioni edite prossimamente dalla Regione.
Per quello che riguarda l'Emila Romagna, la Regione ha recentemente affidato all'Università di Siena il compito di approfondire le conoscenze
sull'assetto sismotettonico della parte esterna padana dell'Appennino settentrionale e di svolgere un controllo geodetico del territorio.
L'obiettivo di questa nuova collaborazione, da continuare nei prossimi anni, è simile a quello perseguito per la Regione Toscana, cioè acquisire gli elementi necessari per una realistica classificazione del territorio
regionale.
Attualmente, il dipartimento di Scienze della Terra acquisisce e analizza i dati provenienti da oltre 200 stazioni GPS localizzate nell'Italia centro settentrionale, controllando giornalmente le deformazioni del territorio sia per problemi di larga scala, come quelli legati al comportamento sismotettonico della catena appenninica, che per fenomeni locali, come la
definizione di sistemi di riferimento per il monitoraggio di processi franosi. Parallelamente a queste collaborazioni il dipartimento di Scienze della Terra ha svolto e sta tuttora svolgendo ricerche sulla pericolosità
sismica nel territorio nazionale nell'ambito di numerosi progetti finanziati da vari enti, come il Ministero della Ricerca, l'Agenzia Spaziale Italiana e il Dipartimento di Protezione Civile. Da questi studi sono emerse indicazioni anche quantitative sull'andamento temporale della probabilità di terremoti forti in alcune zone italiane.

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