15/11/2001
SIENA - Paolini canta per Ustica
"I giovani devono sapere. La nostra rappresentazione non è frutto di fantasia ma si basa su un attento lavoro di ricostruzione dei fatti, quasi una sorta di documentario tratto dai tanti documenti e atti giudiziari". Così lo sceneggiatore e romanziere Daniele del Giudice ha presentato a Facoltà di Frequenza, la radio dell'Ateneo di Siena, lo spettacolo Canto per Ustica, scritto con Marco Paolini.
Lo spettacolo, primo appuntamento della rassegna universitaria Parole e Musica, verrà rappresentato stasera e domani, alle ore 21, presso l'aula Magna dell'Università.
Un testo coraggioso e difficile, che i due autori hanno deciso di dedicare agli studenti universitari e ai giovani. Un testo che porta all'attenzione domande, dubbi, inquietudini oggi più che mai attuali: i disastri aerei, l'angoscia per tante morti senza spiegazione, la dolorosa ricerca della verità. Vent'anni dopo da quella sera del giugno 1980, dunque, sono il teatro e l'Università di Siena a ricordare la tragedia di quell'Itavia 870-I Tigi abbattuto per errore dalle forze militari degli Stati Uniti mentre stavano intercettando due mig libici nel cielo di Ustica. Non per portare alla luce nuove verità ma per raccontare una tragedia di tutti gli uomini. Paolini, da solo in scena, racconterà la sua ricostruzione dei fatti, mentre alle sue spalle, su una lavagna luminosa, si tracceranno le rotte solcate da quegli aerei. E poi si parlerà degli ultimi istanti nella cabina dell'Itavia, del silenzio degli americani, della reticenza dell'aeronautica. Ma soprattutto di quelle ottantuno vite inghiottite dal mare.
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