22/04/2009
SIENA - Precisazioni e chiarimenti sui provvedimenti successivi alla seduta del Consiglio di Amministrazione del 20 aprile
A seguito di alcune notizie riportate oggi sulla stampa locale, il prorettore dell’Università di Siena Giovanni Minnucci, insieme al direttore amministrativo Emilio Miccolis, hanno incontrato i giornalisti per precisazioni e chiarimenti sui provvedimenti successivi alla seduta del Consiglio di Amministrazione del 20 aprile scorso.
“Facendo anche seguito alla comunicazione di ieri ha detto il prorettore - mi preme chiarire che siamo di fronte a due distinte questioni. Innanzitutto l’Ateneo, con data 21 aprile, ha predisposto e inviato lettere ad alcuni propri amministratori, del passato e di oggi, con l’unico obiettivo di riservarsi il diritto di chiedere il risarcimento di eventuali danni patrimoniali arrecati a questa Università, qualora la Magistratura contabile accerti nei confronti dei suddetti precise responsabilità. L’Università degli Studi di Siena in questo momento non ha pertanto chiesto a nessuno risarcimenti di alcun tipo. Ha solo tutelato la possibilità per se stessa di chiedere i danni, qualora le responsabilità individuali venissero accertate nelle sedi competenti. È dunque un atto doveroso di tutela nei confronti della stessa Università di Siena, che doveva essere compiuto nei termini di legge. Per quanto riguarda invece i procedimenti disciplinari che l’Amministrazione dovrà attivare sulla base e a seguito della relazione della commissione di indagine amministrativa, l’Ateneo ha l’obbligo di legge di contestare gli addebiti ipotizzati dalla commissione stessa, sulla base dei comportamenti non conformi ai doveri dei pubblici dipendenti. Entro i termini di legge, i dipendenti che avranno ricevuto le contestazioni degli addebiti che l’Amministrazione sta predisponendo, avranno modo di presentare le proprie difese. Solo al termine del procedimento che, non va dimenticato, è parallelo ai procedimenti penali già in corso, verranno valutati i comportamenti dei singoli dipendenti ed applicate le eventuali sanzioni. Con questi provvedimenti l'Ateneo continua nella necessaria opera di risanamento, condotta alla luce della legislazione vigente e nella volontà di rendere tutti i percorsi avviati o in fase di avvio assolutamente trasparenti”.
“A seguito degli articoli pubblicati sui giornali di questa mattina, nella mia qualità di Direttore Amministrativo dell’Università degli Studi di Siena – ha detto Miccolis - sono costretto a fare alcune precisazioni per sgombrare il campo da equivoci o fraintendimenti di sorta o peggio per evitare letture strumentali e orientate di fatti che sono di una chiarezza cristallina. A tale proposito mi preme sottolineare che le lettere di messa in mora sono state spedite per i seguenti motivi: nella mia qualifica di Direttore Amministrativo di questa Università devo per legge e contratto tutelare l’istituzione da ogni possibile danno o nocumento. Un diverso comportamento implicherebbe una colposa omissione degli obblighi inerenti il mio ufficio, nonché una responsabilità dirigenziale per ulteriore danno all’Amministrazione che sono chiamato, invece, a risanare; le lettere in questione – ha continuato il Direttore amministrativo -non ascrivono precisi addebiti di responsabilità, bensì riservano il diritto dell’Ateneo di chiedere i danni occorsi qualora le responsabilità individuali venissero acclarate nelle competenti sedi. Diversamente, una volta che l’Autorità Giudiziaria abbia accertato le singole responsabilità, questa Amministrazione sarebbe sprovvista di strumenti di tutela essendosi, ormai, prescritta la relativa azione risarcitoria. Di conseguenza l’atto è dovuto, necessitato e obbligato, anche se le eventuali responsabilità non sono io a doverle individuare, calibrare e neppure quantificare. La stima e il rispetto per il Magnifico Rettore Prof. Silvano Ettore Focardi con il quale ho collaborato e collaboro per il risanamento della Nostra Istituzione sono immutati – ha concluso il Direttore amministrativo - ma proprio per la mia posizione non ho potuto evitare di inoltrare la messa in mora anche a lui, nonostante che a titolo personale ritenga che egli sia totalmente estraneo ai fatti, che, anzi, ha così efficacemente individuato e contribuito a risolvere. Per questo motivo ho preso provvedimenti ritenuti necessari per il buon andamento dell’Istituzione e senza per questo assumere valutazioni che non mi spettano e alle quali sono delegati gli organi competenti”.
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