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Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

14/09/2001
SIENA - Lettera da New York - Un giovane laureato della nostra Università racconta il dramma vissuto negli Stati Uniti il giorno dell'attentato terroristico alle Twin Towers
Anche un giovane laureato dell'Università di Siena, Emanuele Mazzotta, si trovava a New York il giorno dell'attentato terroristico alle Twin Towers. L'ufficio dove lavora il giovane è proprio a poche centinaia di metri dal luogo del disastro.
Per raccontarci il suo dramma e per ringraziare quanti si sono preoccupati per lui in quei momenti, Mazzotta ha inviato una lettera al nostro ufficio stampa.
Pubblichiamo il messaggio del giovane, affinché tutti possano leggere le sue parole

Da Emaunele Mazzota, laureato presso l'Università di Siena, che lavora a N.Y.


Ciao a tutti,
scusate se mi faccio sentire solo adesso, ma prima mi è stato impossibile. Vi ringrazio tutti per la gentilezza avuta e per esservi preoccupati di me. Io sto bene, così come mio fratello (e Marco, anche se lui non sta a New York).
Sono stati momenti difficili: il mio ufficio è a soli 300 metri dalle ex Twin towers (in linea d'aria meno di 100 m.).
Quando sono uscito dalla metropolitana (che sta sotto le Twin Towers) alle 8,50 il primo aereo aveva colpito una delle due torri.
Lo spettacolo è stato terrificante (come ben avete visto in TV): fumo, fiamme e un sacco di carte (tipo coriandoli) uscivano dal grattacielo. Anche se il fumo era eccessivo e qualche fiamma si vedeva non sembrava cosi' grave (eccetto che per le persone dei piani in cui l'aereo aveva colpito).
Dopo aver visto questo spettacolo, mi sono avviato verso il mio ufficio (dietro Wall Street), mentre ero nell'ascensore il secondo aereo ha colpito la seconda torre. Dalle finestre del mio ufficio si vedeva il fumo che aumentava. Di questo secondo aereo l'ho saputo dopo.
Arrivato in ufficio ho chiamato prima mio fratello, e poi Marco, per dire che un aereo aveva colpito una delle due torri … ma a tutti noi sembrava qualcosa di non cosi' grave pericolo. Pensavamo che fosse stato un piccolo aereo, così come diceva prima la CNN, ma invece la situazione non era così...
Tutti ci siamo collegati ad internet CNN, e altri siti per sapere notizie (incluse alcune radio)… ogni minuto che passava la situazione peggiorava ... due aerei ... tre aerei ... quattro ... precipitavano.
Mentre stavo parlando al telefono con un mio amico di New York, mi dice un quinto aereo ha colpito la torre ... no no mio God e' la torre ... la torre è crollata ...
Dopo due secondi tutte le strade attorno al mio ufficio diventavano buie: fumo, polvere, detriti coprivano le strade e il cielo.
BENVENUTI ALL'INFERNO, AMICI MIEI.
NEL FRATTEMPO ARRIVA L'ORDINE DI EVACUARE L'EDIFICIO E ANDARE NELLA HALL.
LA SECONDA TORRE CROLLA PURE...
Non sapete la cosa più bella, la security aveva chiuso e bloccato le porte, non so se fosse successo qualcosa a noi, come dovevamo scappare.
Comunque ... arrivata la polizia ordina di lasciare immediatamente il palazzo e dirigerci verso il ponte di Brooklyn. Presa una bottiglia d'acqua e dei tovaglioli (che ho bagnato per poter respirare meglio) io e una mia amica Roberta ci avviamo verso il ponte.
L'INFERNO CONTINUA ....
Nelle strade e' difficile vedere e respirare: tutto nero e bianco. Sono circa le 10.30-10.45, ma sembra mezzanotte ...
Le strade sono piene di persone che si dirigono verso il ponte, l'unico punto sicuro e in cui si può vedere e uscire da quell'incubo.
Costeggiando il fiume, mi giro verso sinistra a vedere Wall Street (normalmente una ridente via, di un bianco splendente e candido), era notte buia.
Continuiamo a camminare, per qualche minuto l'aria incomincia ad essere pesante e il fumo aumentava, inoltre tante persone si avviavano verso lo stesso punto. Il mio pensiero va dove non dovrebbe: se questa folla si blocca sarà difficile camminare (questo è stato il momento in cui ho avuto un po' di paura, ma per fortuna è durato solo pochi secondi).
Alla fine siamo usciti da questo incubo e andati in un hotel. Ho provato a chiamare mio fratello, i miei zii, i miei genitori per dire che era tutto ok .... era impossibile poter comunicare con il mondo tutte le linee erano occupate o saltate.
Alla fine una signora mi ha prestato il cellulare e ho chiamato mia zia in New Jersey, dicendo di far aver notizie ai miei e a mio fratello. Tutta la città era bloccata: no autobus, no taxi, no subway ...
Per andare a casa mi dovevo fare almeno una 15 di km se non di più. Io vivo alla 84 Street e lavoro In Wall Street ... vi assicuro e' lontano. (sono circa 20 minuti con la metropolitana express, che fa solo alcune fermate non tutte quelle che ci sono).
Comunque alla fine siamo riusciti a prendere dei bus speciali e arrivare a casa, dove dopo qualche ora mio fratello era riuscito a rintracciarmi (io ero passato dal suo ufficio che sta alla 49 Street e il palazzo era stato evacuato pure... una area relativamente sicura, anche se sta di fronte al Rockfeller Center, un altro probabile obiettivo ...).
Non vi racconto i commenti delle persone per strada e nell'hotel (di persone viste buttarsi dalle torri, di persone che bruciavano e correvano ...).
Ma grazie a Dio io sono vivo e ho rubato un po' del vostro tempo per rendervi partecipi di quei drammatici momenti.
Ovviamente nessun film potrà mai raccontare un orrore così ... due montagne (piene di persone) che crollano su persone che assistono ad un atroce spettacolo, e la forza d'urto che porta vai tutto quello che trova per centinaia di metri, come avete potuto vedere ...
Grazie ancora per esservi preoccupati e cercato di sapere mie notizie.
Vi voglio a tutti bene ... siete dei cari amici ... e in questi momenti solo l'amicizia, l'amore, la preghiera ci può salvare ... non so se si potrà mai perdonare queste persone, sarà veramente difficile.
Ma ancora il peggio dovrà venire ... sicuramente assisteremo ad una nuova guerra o ad una caccia ai colpevoli con un'intensità senza nessun precedente.
Grazie, grazie .. grazie cari amici.
Appena posso proverò a contattarvi, anche se sarà difficile.
Ancora abbiamo problemi per chiamare, non so quando riprenderò a lavorare (l'area intorno alle ex torri è chiusa e rimarrà chiusa ancora per giorni).
Chi ha chiamato a New York e non ci ha trovato è perché siamo stati in New Jersey (e penso di ritornarci per il week end, New York allo stato attuale e' una città morta ... solo ambulanze, macchine della polizia e poche persone si vedono in giro).
I morti non si contano, Manhattan non ha più spazio dove metterli (negozi vicino alle Twin Towers sono stai trasformati in obitori) e iniziano a portarli in New Jersey.
Mi fermo qui, non voglio darvi altri dettagli ancora più rattristanti e atroci.
Ancora una volta grazie a tutti.
Siete e sarete sempre nel mio cuore.
Un bacio grande e un abbraccio sincero,

Emanuele




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