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Università degli Studi di Siena
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19/10/2007
AREZZO - Un libro di Stefano Pivato sugli "abusi della storia nel dibattito politico"
Rileggere la storia piegandola alle esigenze del dibattito politico. Secondo lo storico Stefano Pivato è un fenomeno non nuovo, ma che nell'ultimo decennio ha assunto dimensioni in precedenza sconosciute. Docente di storia contemporanea all'Università di Urbino, Pivato è autore del libro "Vuoti di memoria. Usi e abusi della storia nella vita pubblica italiana" pubblicato da Laterza, che sarà presentato oggi, lunedì 22 ottobre, alle ore 16 alla facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo (viale Cittadini, aula 1).
«I libri, le cattedre universitarie, le riviste, i dibattiti, tutto ciò che un tempo costituiva la fonte di informazione primaria», spiega Pivato, «appare sovrastato da nuove forme di comunicazione. L'uso pubblico della storia si è enormemente allargato rispetto al passato: accanto agli interpreti di professione», prosegue Pivato, «ci sono soggetti politici, operatori dei media, opinionisti della carta stampata che hanno prodotto una ipertrofia della informazione storica destinata alla formazione di un nuovo senso comune che poggia sui generalizzati "vuoti di memoria" delle giovani generazioni».
Pivato parla di falsi storici, luoghi comuni, lacune e pregiudizi prodotti da questo uso pubblico, chiedendosi non tanto a cosa serva la storia ma piuttosto a chi serva.
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Stefano Pivato, docente di Storia contemporanea all'Università di Urbino "Carlo Bo", si occupa del rapporto tra cultura popolare e cultura politica.
Tra le pubblicazioni più recenti Il nome e la storia. Onomastica e religioni politiche nell'Italia contemporanea (Il Mulino), La storia leggera. L'uso pubblico della storia nella canzone italiana (Il Mulino), Il Touring Club Italiano (Il Mulino), Bella Ciao. Canto e politica nella storia d'Italia (Laterza).