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Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

18/06/2007
SIENA - European Pain School
Tutti sanno cosa è il dolore, in quanto fa parte delle nostre esperienze quotidiane. E' meno noto invece che il dolore rappresenta uno dei principali problemi sanitari nella nostra società, e che esistono tecniche per combatterlo, evitando che diventi una patologia cronica.
A Siena è in corso, fino al 24 giugno, la quarta edizione della European Pain School, organizzata dal dipartimento di Fisiologia dell'Università, alla quale intervengono esperti riconosciuti a livello internazionale di algologia, la scienza del dolore e delle terapie che lo combattono. Questi esperti insegnano a giovani medici e ricercatori come inserirsi nel nuovo settore della medicina del dolore. In questo ambito, la Scuola si concentra sulle strategie preventive da adottare per interrompere i processi fisici, psichici e sociali che tendono ad acuire la severità del dolore e ad allungarne la durata.
Alla scuola, finanziata anche dalla Regione Toscana e dalla EFIC, la Federazione Europea delle Società del Dolore, partecipano 25 ricercatori, selezionati tra le numerosissime domande pervenute da tutto il mondo, e 10 docenti di livello internazionale.
La ricerca sulle cause del dolore cronico ha fatto dei passi significativi negli ultimi 20 anni. I ricercatori sanno per esempio che alterazioni permanenti del cervello possono acuire il dolore o renderlo cronico. Questo tipo di memoria del dolore è particolarmente evidente nei casi di "dolore fantasma" che appare dopo l'amputazione di un arto.
Purtroppo i medici italiani ed europei in genere non hanno conoscenze sufficienti sulla patologia del dolore cronico, e non hanno ricevuto l'educazione necessaria per diagnosticarlo e curarlo. A tutt'oggi non ci sono conferenze sul dolore dedicate alla diagnosi e cura di casi complessi di dolore progressivo.
La European Pain School svolge quindi un'opera importante di formazione e aggiornamento sui vari aspetti del dolore cronico e sul modo di curarlo, come l'uso corretto di medicinali tradizionali o di nuova concezione, le nuove terapie fisiche, il rafforzamento muscolare e l'educazione dei pazienti a strategie quotidiane di riduzione del dolore.
I dati sul dolore cronico a cui si fa riferimento sono quelli pubblicati nello European Pain Study nel 2003, che ha coinvolto 3.849 italiani su un totale di 48.000 adulti intervistati. In Italia, il 26% delle persone intervistate ha dichiarato di soffrire di dolori cronici, in confronto ad una media europea del 19%. I casi più frequenti di dolore cronico sono il mal di schiena invalidante e il dolore artritico all'anca e al ginocchio. Questi tipi di dolore sono ormai considerati vere e proprie malattie.
Secondo gli intervistati il dolore influisce negativamente sulla qualità della vita, è causa di invalidità, con il 19% dei pazienti che hanno perso il lavoro, ed è causa di depressione nel 21% dei casi. Il dolore cronico disabilitante porta progressivamente all'immobilità, rendendo necessaria l'assistenza permanente più spesso di quanto succeda per le malattie neurologiche come la demenza senile. In Europa il dolore cronico è il nemico pubblico numero uno per quanto riguarda le sofferenze dei pazienti e i costi medici e sociali.

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