Università degli Studi di Siena Comunicati stampa

08/05/2007
SIENA - "Come si legge un'opera d'arte"
Come si legge un'opera d'arte, quali significati si nascondono dietro alle immagini rappresentate nei quadri di alcuni dei più noti pittori, attraverso quale linguaggio è possibile scoprirli e interpretarli: il libro di Omar Calabrese, dal titolo "Come si legge un'opera d'arte", edito da Mondadori Università, tratta la semiotica come disciplina chiave per analizzare i testi visivi, in particolare quelli artistici. Il volume verrà presentato domani, mercoledì 9 maggio a Siena, presso il palazzo di San Niccolò, in via Roma 56, alle ore 17. Alla presentazione interverranno lo stesso autore e Giovanni Manetti, semiologo e docente presso l'Università di Siena.
Il libro "Come si legge un'opera d'arte" seleziona una serie di opere d'arte di artisti famosi e ne analizza i tratti iconografici attraverso la semiotica, che diventa così una possibile, curiosa e diversa chiave di lettura dei testi visivi. Gli "esempi" pittorici scelti da Omar Calabrese attingono a diversi topoi umani: il mistero, il tempo, la passione, l'annunciazione. Gli autori delle opere presenti nel volume sono artisti come Michelangelo, Turner, Sánchez-Cotán, Zurbarán.
Lo scopo del libro è quello di rendere familiare a lettori non esperti di fatti artistici la lettura delle opere d'arte, e allo stesso tempo di suggerire a quelli non esperti di semiotica, ma appassionati di storia dell'arte, le possibilità offerte da una metodologia particolare e inconsueta per questo campo di studi.
Omar Calabrese è professore ordinario di Semiotica presso l'Ateneo senese. Fra le sue pubblicazioni: "Semiotica della pittura" (1981); "La macchina della pittura" (1985); "Piero teorico dell'arte" (1986); "L'età neobarocca" (1987); "Musica e pittura" (1990); "Caos e bellezza" (1991); "Serio ludere: sette serissimi scherzi semiotici" (1993); "Il linguaggio dell'art e" (1997); "Il modello italiano: le forme della creatività" (1999); "Breve storia della semiotica: dai presocratici a Hegel" (2001).