ARCHIVIO
 
Università degli Studi di Siena
Ufficio Stampa
Comunicati stampa

22/02/2007
AREZZO - Welby e gli "Altri": casi di rifiuto di terapie salva-vita,. Ad Arezzo un seminario del Centro di Bioetica e Biodiritto
Il recente caso di Piergiorgio Welby ha aperto un ampio dibattito pubblico sui temi dell'accanimento terapeutico, del rifiuto delle cure e dell'eutanasia. La sezione aretina del Centro interdipartimentale di Bioetica e Biodiritto dell'Università di Siena, centro di cui è coordinatore scientifico il professor Pasquale Giuseppe Macrì, promuove per sabato 24 febbraio, alle ore 9,30 nell'auditorium comunale di via Montetini ad Arezzo, una giornata di studio dal titolo Welby e gli "Altri": casi di rifiuto di terapie salva-vita. «Un'iniziativa attraverso la quale», spiega il professor Macrì, che è anche direttore dell'Unità operativa di Medicina legale della Asl 8 di Arezzo, «non vogliamo offrire una risposta definitiva a un singolo e specifico "caso", bensì affrontare sotto ogni profilo – in particolare etico, giuridico e medico – questa complessa tematica, facendovi luce a prescindere da qualsiasi ideologia e preconcetto, per offrire un contributo di approfondimento culturale».
Per questo, insieme al professor Macrì, interverranno la professoressa Monica Toraldo di Francia, filosofo membro del Comitato nazionale per la Bioetica, il professor Ferrando Mantovani, ordinario di Diritto penale dell'Università di Firenze, già membro della Commissione regionale di Bioetica della Toscana, il professor Walter Bernardi e la professoressa Patrizia Funghi dell'Università di Siena e l'avvocato Riccardo Gilardoni del Foro di Arezzo, membri del Centro di Bioetica e Biodiritto dell'Ateneo. L'iniziativa, organizzata in collaborazione con l'Unità funzionale di Medicina legale della Asl 8, è patrocinata dal Comune di Arezzo e dall'Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
Il Centro di Bioetica e Biodiritto dell'Università di Siena vede in questo incontro un punto di partenza per elaborare un documento, quanto più largamente condiviso, che possa offrire, in particolare ai professionisti della salute, delle linee d'indirizzo operative, nel rispetto ovviamente dell'autonomia dei singoli professionisti e di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda.