29/11/2006
SIENA - I risultati del lavoro del Centro sulle cellule staminali
Cellule che proteggono l'apparato cardiocircolatorio, cellule che riparano i tessuti danneggiati: l'Università di Siena ottiene risultati importanti nello studio delle cellule staminali adulte, quelle che, essendo tratte da tessuti di individui adulti, non coinvolgono l'utilizzo di embrioni e non pongono, quindi, problemi etici. Grazie all'utilizzo di cellule staminali adulte e facilmente reperibili si è scoperto, nei laboratori senesi, che si potranno prevenire e curare malattie gravi e frequentissime come l'infarto, la coronaropatia, l'aterosclerosi, il diabete, mentre un secondo filone di ricerca ha evidenziato che sarà possibile ricostruire i tessuti che hanno subito traumi o ustioni.
Questi due promettenti progetti di ricerca, finanziati dalla Regione Toscana, sono stati presentati oggi dal professor Vincenzo Sorrentino, direttore del Centro sulle cellule staminali dell'Ateneo senese.
Puntando sulla formazione di giovani ricercatori attraverso borse di ricerca, e sulla collaborazione interdisciplinare con i medici dell'Azienda ospedaliera senese, il Centro si è specializzato sulle cellule staminali endoteliali e mesenchimali. Le prime sono normalmente in circolazione nel sangue e formano il rivestimento delle pareti dei vasi sanguigni. I ricercatori hanno scoperto che la loro diminuzione è connessa con le malattie cardiocricolatorie. Le seconde si possono ottenere dal tessuto adiposo e dal midollo osseo e sono quindi facilmente reperibili. I ricercatori senesi hanno capito come queste cellule crescono e come si differenziano per formare, e quindi riparare in caso di necessità, i diversi tessuti.
Alla presentazione delle ricerche, che si svolge dopo due anni di lavoro del Centro e ad un anno dall'inaugurazione ufficiale, ha partecipato Giorgio Almansi, della direzione generale del Diritto alla salute e politiche di solidarietà della Regione Toscana, insieme al rettore dell'Università di Siena Silvano Focardi e al preside della facoltà di Medicina Alberto Auteri.
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