Come possono i pigmenti visivi presenti in natura essere sensibili a diversi colori? Questa domanda, che impegna da anni i ricercatori, è stata affrontata da un gruppo internazionale di giovani chimici coordinati dal professor Massimo Olivucci, del dipartimento di Chimica dell'Università di Siena. Lo studio, pubblicato in novembre dall'autorevole rivista scientifica "Proceeding of the National Accademy of Sciences of the United States of America", chiarisce i meccanismi con i quali le proteine, ed in particolare il recettore della visione chiamato rodopsina, possono regolare la percezione del colore a livello molecolare.
"E' un passo avanti lungo un filone di ricerca su cui siamo fortemente impegnati - dice il professor Olivucci -. I nostri studi sono di natura teorica. Tuttavia abbiamo sviluppato dei metodi in grado di calcolare, sulla base di un modello virtuale della rodopsina bovina, il colore realmente percepito da una serie di pigmenti artificiali. Lo sviluppo di questi metodi può permettere la progettazione al calcolatore di pigmenti visivi modificati in grado di percepire selettivamente il colore desiderato."
Il gruppo di Chimica e fotochimica computazionale dell'Università di Siena sta svolgendo la sua attività di ricerca in collaborazione con vari atenei italiani e internazionali e ha ospitato numerosi ricercatori: lo studio sulla percezione del colore è stato realizzato dal professor Olivucci insieme ad un giovane professore dell'Università di Marsiglia, Nicolas Ferré, ad una dottoranda dell'Università di Siena, Angela Strambi, e ad un giovane chimico spagnolo, Pedro Coto, che grazie a una borsa di ricerca ha svolto un periodo di specializzazione presso il laboratorio senese.