21/09/2006
AREZZO - Il Pratomagno tra Casentino e Valdarno superiore. Seconda giornata di studi dei "Colloqui di Raggiolo", sabato 23 settembre
Il massiccio del Pratomagno, con i suoi 1592 metri di altezza sul livello del mare, costituisce lo spartiacque naturale tra due tratti del medesimo fiume, l'Arno, che dopo aver attraversato da nord a sud il Casentino inverte il suo corso e si dirige verso il Tirreno per il Valdarno superiore. Puntando l'attenzione sulle vallate sottostanti, si è indotti a considerare i due contrafforti del massiccio montuoso come entità separate; ma il Pratomagno, sia pure storicamente zona di confine tra l'area geografica di influenza aretina e quella fiorentina, manifesta tratti unitari in molti ambiti, come rivela in maniera eclatante lo stile delle sue pievi romaniche disseminate per i due versanti.
Pur senza rappresentare una vera e propria sub-regione, gli elementi di peculiarità che si possono evidenziare sono tali da suggerire una indagine storica sul massiccio montuoso nella sua interezza.
Un momento di confronto su questi temi tra studiosi di storia medievale e moderna sarà offerto sabato 23 settembre dalla seconda edizione dei "Colloqui di Raggiolo" (ore 10, sala dei Còrsi, Raggiolo) dal titolo "Il Pratomagno tra Casentino e Valdarno superiore. Medioevo-Età moderna". Nella giornata di studio, promossa dalla facoltà di Lettere e e Filosofia di Arezzo dell'Università di Siena e dalla Brigata di Raggiolo, saranno approfonditi gli aspetti economici di lunga durata, quali la pratica dell'allevamento-transumanza e il rapporto con il bosco, i mutamenti intervenuti nella toponomastica, nella viabilità e nell'insediamento umano. Si parlerà anche della badia di santa Trinita in Alpe, misteriosa fondazione monastica medievale della quale si comincia solo oggi ad intuire l'importanza nel quadro dell'assetto del territorio.
Alla giornata interverranno Giovanni Cherubini, Valentina Cimarri, Lidia Calzolai dell'Università di Firenze, Alberto Fatucchi dell'Accademia Petrarca, Andrea Barlucchi, Ivo Biagianti e Angelo Nesti dell'Università di Siena.
Hanno dato il patrocinio all'iniziativa la Comunità montana del Casentino, il Comune di Ortignano Raggiolo e l'Ecomuseo del Casentino.