ARCHIVIO
 
Università degli Studi di Siena
Ufficio Stampa
Comunicati stampa

25/02/2005
AREZZO - L'archivio storico del manicomio di Arezzo riordinato e inventariato dalla facoltà di Lettere e filosofia. Lunedì la presentazione di un volume
Hanno riordinato e inventariato l'Archivio storico del manicomio di Arezzo e nel farlo hanno scoperto, all'interno delle 25mila cartelle cliniche, diari, disegni, fotografie, autobiografie dei pazienti dell'Ospedale dalla sua apertura agli anni novanta. Dopo un lavoro durato due anni, Stefania Gherardi e Patrizia Montani, entrambe dipendenti della facoltà di Lettere e filosofia di Arezzo dell'Università di Siena, ateneo che ha finanziato il progetto di ricerca per il riordino, hanno curato il volume «Inventario dell'Archivio storico dell'Ospedale neuropsichiatrico di Arezzo». Per l'importanza avuta dal manicomio aretino e per l'accuratezza della ricerca, la Provincia di Arezzo ha ritenuto opportuno finanziarne la pubblicazione per l'editore Le Balze.
La presentazione dell'opera si terrà lunedì 28 febbraio, alle ore 17, al Pionta nella palazzina Donne, uno dei tanti edifici del manicomio recuperati e ristrutturati dall'Ateneo senese, che nell'ultimo decennio ha trasformato l'area ospedaliera in campus universitario,
Interverranno l'assessore provinciale alla Cultura Emanuela Caroti, il preside della facoltà di Lettere e filosofia Camillo Brezzi, il soprintendente archivistico per la Toscana Paola Benigni, il direttore del dipartimento di Salute mentale della Asl 8 di Arezzo Paolo Martini, Linda Giuva e Francesca Vannozzi, docenti, rispettivamente, di Archivistica e di Storia della Medicina all'Università di Siena.
Tra i documenti inventariati deve essere ricordata l'autobiografia di Adalgisa Conti, donna intelligente ed estrosa, che entrò nel manicomio nel 1913 a 26 anni e vi trascorse una lunga esistenza di oltre novant'anni. La pubblicazione del suo scritto, nel 1978 e nuovamente nel 2000, con il titolo "Manicomio 1914. Gentilissimo Sig. Dottore, questa è la mia vita" ha contribuito notevolmente alla diffusione di una nuova visione dell'esperienza manicomiale. Tradotto in tedesco, ne è stata tratta anche un'opera teatrale.
Oltre alle cartelle cliniche dell'Ospedale psichiatrico e del Padiglione neurologico, il lavoro di riordino ha riguardato anche tutti i documenti amministrativi e i registri delle presenze nella struttura manicomiale.