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Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

27/01/2005
SIENA - "Chi era Bruno Schulz?"
Decorrono quest'anno, nella "Giornata della memoria", i 60 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz: il 27 gennaio del 1945, infatti, i soldati dell'armata rossa entravano ad Auschwitz abbattendo i cancelli del più esteso campo di sterminio nazista. Quel 27 gennaio che, con una legge del 2000, è stato decretato in Italia il giorno della memoria. Sul territorio nazionale sono molti gli incontri e le iniziative organizzate per conservare la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia.
Anche l'Università di Siena partecipa alle manifestazioni per ricordare la Shoah, termine ebraico che significa catastrofe, distruzione totale, con un incontro dal titolo "Chi era Bruno Schulz?", che si terrà giovedì 27 gennaio, alle ore 11.30, nell'aula H della facoltà di Lettere e filosofia, in via di Fieravecchia, 19, a Siena.
I professori Alon Altaras e Laura Barile dell'ateneo senese parleranno della figura di Bruno Schulz, pittore e scrittore ebreo polacco, nato in Galizia nel 1892 e assassinato dai nazisti nel 1942 nel ghetto di Drohobycz, sua città natale, occupata dall'esercito tedesco. All'incontro parteciperà anche lo scrittore Ugo Riccarelli, premio "Strega" 2004, che alla vita di questo autore ha dedicato un romanzo, tradotto in diverse lingue, dal titolo "Un uomo che forse si chiamava Schulz" (Piemme 1998).
"L'opera di Bruno Schulz è una vera testimonianza della Shoah - sostiene Alon Altaras, docente di Lingue, letteratura e cultura ebraica all'Università di Siena -. Una testimonianza viva e forte che ha vinto sulla disperazione e la morte dell'olocausto, giungendo fino a noi".
Del grande autore del novecento non è stato mai trovato il corpo, ma la sua memoria continua a vivere attraverso le opere che ha lasciato. La più conosciuta è "Le botteghe color cannella" (Einaudi, 2001), opera che racchiude disegni, racconti e saggi dello scrittore, trattando di metamorfosi, travestimenti, viaggi nello spazio e nel tempo.
In merito a questa produzione, Isaac Bashevis Singer, premio nobel per la letteratura nel 1978, ha detto: "Piú leggo Schulz - forse non dovrei dirlo - ma in alcuni dei racconti [...] direi che sia meglio di Kafka. Vi è un vigore più grande in alcune delle sue storie". La profondità dell'arte di Schulz è stata riconosciuta dallo stesso Calvino che, nel 1970, alla presentazione dell'edizione italiana del libro "Le botteghe color cannella", definì l'autore "un nuovo nome tra i maestri del Novecento".



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