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Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

25/10/2004
SIENA - Una rete di laboratori per studiare le protesi che falliscono
Perché alcune protesi biomediche falliscono e devono essere espiantate? Come migliorarle dal punto di vista del materiale e della tecnologia? Per la prima volta le protesi espiantate in numerosi ospedali di tutto il mondo saranno studiate per individuare i problemi o le carenze che portano al loro fallimento. Creare linee guida per il miglioramento di certi tipi di protesi è l'obiettivo di una rete di Università e Centri di ricerca a livello internazionale, promossa dal professor Rolando Barbucci dell'Università di Siena e che avrà sede presso il Polo universitario di Colle Val d'Elsa.
Le protesi che verranno studiate saranno di quattro tipologie: oftalmologiche, ortopediche, odontoiatriche e cardiovascolari. Nel progetto sono coinvolte, oltre a prestigiosi atenei stranieri, le Università italiane di Siena, Bologna, Pisa, Firenze, Trento, Milano, Bari, Napoli e il Politecnico di Milano, che attraverso apposite convenzioni con gli ospedali riceveranno le protesi espiantate e le analizzeranno in modo da ottenere un quadro preciso e completo del loro stato, del funzionamento e delle cause del loro fallimento. Le stesse aziende produttrici delle protesi forniranno inoltre documentazioni dettagliate dei loro prodotti, così da incrociare le diverse competenze.
I dispositivi saranno analizzati utilizzando strumenti di altissimo livello come ad esempio lo spettrometro di ultima generazione TOF-SIMS, unico in Europa, recentemente acquisito dal Polo Universitario di Colle Val d'Elsa dove è già attivo il Corso di laurea in Chimica e tecnologia dei materiali con indirizzo in Biomateriali, materiali realizzati cioè per entrare in contatto con l'organismo umano.
I risultati dello studio saranno raccolti in un database conservato presso il Polo stesso e inviati a tutti gli ospedali e i Centri di ricerca, in modo da ottenere delle indicazioni di base per migliorare qualitativamente le tipologie di protesi esistenti in commercio e ridurre l'incidenza dei fallimenti sul totale degli impianti.


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