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Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

17/09/2004
SIENA - Come soffrono gli uomini e le donne
Presentato a Siena il primo studio italiano che analizza le differenze tra i sessi per 330 sindromi dolorose: uno strumento fondamentale destinato a migliorare la diagnosi e la terapia di molte patologie

Donne e uomini percepiscono il dolore in modo diverso, e probabilmente le donne soffrono di più. Molte sindromi dolorose infatti colpiscono le donne molto più degli uomini, e spesso con livelli di dolore più severi, più frequenti e di maggiore durata. Eppure la letteratura scientifica ha, fino ad oggi, quasi del tutto ignorato questo fattore.

Per la prima volta un approfondito studio scientifico ha tracciato una mappa completa delle differenze di genere nel campo del dolore cronico benigno: si tratta della ricerca svolta dalla professoressa Anna Maria Aloisi, docente del dipartimento di Fisiologia dell'Università di Siena, nell'ambito del progetto Medicina, singolare maschile, promosso da Fondazione Pfizer, Associazione Donne e Scienza e l'ateneo toscano. La presentazione dello studio è avvenuta a Siena, nel corso del congresso "Traditional and Innovative Approaches to Pain", organizzato dall'ateneo toscano in collaborazione con la Royal Society of Medicine inglese.

Sono 330 le sindromi di dolore cronico benigno, delle quali fanno parte anche l'emicrania o il mal di denti, classificate dalla International Association for the Study of Pain, ma soltanto per 66 di queste esistono studi, per lo più superficiali, che tengano conto delle differenze tra uomo e donna e solo 15, lo 0,6% del totale, analizzate più specificatamente in questo senso.

La "mappa del dolore" presentata a Siena, oltre a colmare un vuoto nelle conoscenze, apre scenari preoccupanti sulla scarsità di informazioni in materia di differenze di genere nelle sindromi dolorose croniche. Ed evidenzia come i modelli alla base delle terapie analgesiche siano inficiati dall'assenza di una variabile fondamentale.

Un problema che nasce dalla base, dal momento che in nessun corso di laurea in medicina a tutt'oggi si formano medici in grado di considerare le patologie delle pazienti in maniera appropriata e specifica.

Alla conferenza stampa è intervenuta anche la professoressa Karen Berkley, docente di neuroscienze alla Florida State University, autrice nel 1997 di uno studio che ha aperto la strada all'inserimento della variabile di genere negli studi medici.

"Negli Stati Uniti – ha commentato Karen Berkley,– sebbene gli studi sul genere abbiano una tradizione decennale, quelli sul genere e dolore sono recenti. E' necessario lavorare per inserire questo parametro nella ricerca e nella pratica clinica. L'iniziativa di "Medicina, singolare maschile" segna una nuova e positiva fase in questa direzione".

Lo studio presentato a Siena è dunque uno strumento prezioso nelle mani di medici e operatori sanitari, per meglio orientarsi nella diagnosi, per ripensare approcci terapeutici più efficaci verso i pazienti di entrambi i sessi. In un'ottica più ampia, tuttavia, la "mappa del dolore" indica la necessità di rivedere i protocolli delle sperimentazioni cliniche, ancora oggi condotte prevalentemente su campioni maschili. E apre la porta alla necessaria revisione delle linee guida sul trattamento del dolore.

Il progetto "Medicina, singolare maschile" fa parte di una serie di studi sulle donne, coordinati dalla professoressa Patrizia Gabrielli, delegata del Rettore agli studi sulle donne e alle relazioni di genere, che si aggiungono alle numerose iniziative che da anni l'Università di Siena promuove in ambito umanistico, nell'ottica di approfondire la ricerca da un lato e dall'altro diffondere e trasmettere i risultati ottenuti attraverso la realizzazione di progetti formativi mirati.

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