20/04/2001
SIENA - Parole&MUSICA "Canto della Rosa Bianca"
In prossimità del 25 aprile, l'Università di Siena ricorda il valore della resistenza e della libertà di pensiero contro tutti i regimi non democratici. Il 23 e il 24 aprile alle ore 21, al teatro dei Rozzi, la rassegna culturale promossa dall'Ateneo, Parole e Musica, propone lo spettacolo "Il canto della Rosa Bianca", un documentario teatrale narrato in immagini, testi e musica di Maurizio Donadoni e Nicola Alesini.
Un canto commovente e tragico che scuote il pubblico con domande alle quali ciascun uomo dovrebbe sentirsi in dovere di cercare una risposta dentro di sé. Domande laceranti perché pericolose. Come quelle che riecheggeranno dal palco dei Rozzi. Quando tutto il mondo va da una parte come è possibile andare dalla parte opposta? Quanto coraggio è necessario per resistere in un contesto in cui pensare di testa propria può costare la propria testa?
E' il 1942, giugno: gli abitanti di alcune città della Germania sud orientale cominciano a trovare nelle loro cassette postali volantini che cercano di scuotere la cieca fede in Hitler, di risvegliare la coscienza del dubbio, di rafforzare la volontà di libertà contro ogni regime. Sono opera di cinque amici di diversa estrazione sociale, studenti poco più che ventenni dell'Università di Monaco. E del loro insegnante prediletto. L'episodio di coraggiosa resistenza contro il regime nazista ha un tragico epilogo, con la decapitazione dei cinque ragazzi autori dei "Volantini della Rosa Bianca".
Maurizio Donadoni descrive la vicenda attraverso un percorso scandito, come un tratto della metropolitana, da quattordici fermate in stazione, articolate in tre scambi principali dove il viaggio prosegue per coincidenze.
La tecnica di racconto è la narrazione, ma drammatizzata e tesa a ricreare, anche grazie a documenti sonori e filmati originali, il clima di un periodo storico dove potersi calare in 'full immersion' per rivivere lo stesso cammino degli studenti di ieri.
Il fine del viaggio, alla fine del viaggio, è che il viaggio non abbia fine. Prosegua per tutti verso altre stazioni, liberi di decidere la destinazione finale, o di interrompere il percorso e ritornare al punto di partenza o addirittura più indietro. Tutti ben avvertiti e consapevoli, però, del fatto che essere liberi oggi di poter decidere anche di non decidere è un'eredità costata milioni di vite e dunque non andrebbe dispersa mai, ma consegnata intatta alle generazioni future, così come l'abbiamo ricevuta, dono di sangue e d'amore. Dono anche di cinque studenti dell'Università di Monaco.
Hans Scholl, Sophie Scholl e Cristoph Probst, primi martiri della "Rosa Bianca" vengono ghigliottinati nel braccio della morte della prigione di Monaco-Stadhelheim alle 5 del pomeriggio del 22 febbraio 1943. Prima di morire è loro concesso di incontrarsi per un minuto. A Sophie è rimasta una sigaretta, l'ultima in tre. La fumano in silenzio. Sulla sigaretta c'è scritto: libertà.
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