26/06/2004
AREZZO - Presentazione del volume "Oratorio di Santo Stefano. La cripta. Graffiti e cromie su roccia nel Colle di Pionta
Un graffito su roccia della seconda metà del XIII secolo ricorda, nella cripta dell'Oratorio di Santo Stefano sul Colle del Pionta, l'indulgenza di 40 giorni concessa da papa Gregorio X ai fedeli aretini che avessero visitato la cripta stessa. E' questa una delle tante scoperte di una ricerca i cui risultati sono ora raccolti in un volume pubblicato dalla Provincia di Arezzo e dall'Università di Siena, a cura di Marina Armandi. L'opera, che raccoglie gli scritti di numerosi studiosi, si intitola "Oratorio di Santo Stefano. La cripta. Graffiti e cromie su roccia nel Colle di Pionta". Oltre ai graffiti, che sono stati decifrati, la cripta (risalente verosimilmente al V-VII secolo) presenta infatti anche varie decorazioni ancora da studiare.
Il volume sarà presentato martedì 29 giugno, alle ore 11, alla facoltà di Lettere e filosofia (viale Cittadini, Pionta, aula 3). Interverranno il presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli, il preside della facoltà Camillo Brezzi, Caterina Tristano direttore del dipartimento di Teoria e documentazione delle tradizioni culturali dell'Università, Attilio Bartoli Langeli presidente della Deputazione di storia patria per l'Umbria, Alberto Fatucchi dell'Accademia Petrarca e Adriano Peroni dell'Università di Firenze, oltre alla professoressa Armandi, docente di Storia dell'arte medievale alla facoltà di Lettere e filosofia di Arezzo.
La metodologia usata per la ricerca non è stata quella dello scavo, ma si è proceduto a una graduale e attenta lettura stratigrafica, parete per parete, della cripta, un ambiente ipogeo, cioè sotto terra, scavato interamente sulla roccia. Un contributo fondamentale per le indagini petrografiche è stato dato dal professor Giovanni Guasparri della sezione di Geochimica ambientale e Conservazione del patrimonio culturale lapideo del dipartimento di Scienze ambientali dell'Università di Siena, e, per gli aspetti paleografici e filologici, dal professor Carlo Tedeschi dell'Università di Chieti; hanno collaborato anche l'Opificio delle Pietre dure di Firenze, la Soprintendenza archeologica della Toscana e la soprintendenza aretina.
Ricordiamo che l'attuale oratorio di Santo Stefano fu fatto erigere dal vescovo Usimbardi nel 1610 dopo che tutti gli edifici, sacri e non, sul Colle del Pionta vennero rasi al suolo da Cosimo I de Medici. Fu il forte sentimento popolare nei confronti di quest'area, detta anche del "Duomo Vecchio" per essere stata sede vescovile e della prima cattedrale della città, a indurre il vescovo a edificare l'oratorio proprio nella zona dove era sorta la cattedrale di San Donato.
Le ricerche della facoltà di Lettere e filosofia sul Colle del Pionta
I docenti e gli studenti della facoltà di Lettere e il dipartimento di Teoria e documentazione delle tradizioni culturali sono da tempo impegnati in numerose ricerche sul Pionta: la presenza del campus universitario proprio in quest'area permette nel corso di tutto l'anno di svolgere ricerche e attività di insegnamento direttamente sul campo. Nelle ultime settimane sono ripresi anche gli scavi archeologici iniziati tre anni fa con l'obiettivo di compiere un'indagine globale sulla configurazione dell'area dall'età etrusca e romana fino al tardomedioevo.
Un'analisi a tutto campo, quella condotta dalla facoltà di Lettere e filosofia, che vede impegnati archeologi, storici dell'arte, archivisti, paleografi e studenti universitari per riportare alla luce un pezzo importante della storia di Arezzo.