04/04/2001
AREZZO - Verso un nuovo modello scientifico. Convegno di studi ad Arezzo
Non è più il mondo di Cartesio, di Galileo e di Newton quello attuale, ma una sistema sempre più complesso, che cambia velocemente, globalizzato e interculturale, e che non è più possibile spiegare con il metodo scientifico classico (meccanicistico, causale, che serviva per studiare un frammento della realtà) dominante da oltre 350 anni. Di qui l'esigenza di trovare un modello scientifico nuovo per comprendere l'uomo e la natura, che superi la frammentazione della scienza in settori e setto-settori specialistici, spesso chiusi tra loro, e consenta l'interazione tra discipline diverse.
Su questa nuova prospettiva scientifica, che pone pertanto attenzione ad una visione globale della realtà, si sono confrontati oggi ad Arezzo studiosi di estrazione disciplinare diversa - filosofi, fisici, politologi, medici, psicologi, sociologi, paleontologi - nel convegno promosso dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo senese presso il campus universitario del Pionta.
Al convegno sono intervenuti anche il politologo Giorgio Galli e il filosofo della scienza Ervin Laszlo, presidente del Club di Budapest e consigliere del direttore generale dell'Unesco.
"Se le guerre locali hanno un impatto sulle borse mondiali, o il buco dell'ozono in Antartide provoca conseguenze anche in altre parti del pianeta - ha detto il sociologo Enrico Cheli - è facile comprendere che la realtà che ci circonda è il risultato di fenomeni interdipendenti, e che potrà essere spiegata soltanto attraverso un approccio scientifico nuovo che inglobi i due modelli, quello classico e quello olistico (globale)".
"Il nuovo modello può essere applicato anche alla scienza politica – ha detto Giorgio Galli - e potrebbe aiutarci nella ricerca di una soluzione alla crisi del sistema democratico. Una soluzione che potrebbe essere trovata nell'incontro tra l'ultratecnologia informatica del mondo occidentale e lo spiritualismo di antiche culture e filosofie dell'oriente (buddismo, induismo, taoismo) basate su valori diversi e opposti a quelli della scienza e della tecnologia. Questa sintesi potrebbe permetterci di affrontare il problema della gestione del potere basandolo su un consenso effettivo e non condizionato come invece è oggi. Ovviamente si tratta soltanto di una teoria – ha precisato Galli – tutta da sperimentare".
"Se la scienza non è capace di spiegare certi fenomeni, che sono diversi da quelli studiati da Galileo, allora deve cambiare – ha commentato Ervin Laszlo - e il modello olistico può essere un aspetto di questo cambiamento che dovrà condurre alla costruzione di una teoria transdisciplinare".
Negli ultimi due decenni il modello olistico ha riscosso ampio credito in svariati ambiti professionali — dalle medicine alternative alle psicoterapie transpersonali all'ecologia — e si sta diffondendo anche sul piano culturale più generale.