10/03/2004
SIENA - Uomini, monete, affari: essere pellegrini nel Medioevo
Chaterina tedesca, 50 anni, è "femina di chomune statura (...)", Alte Creschonsch de Magna Bassa, 50 anni, è "femina bessatta chon due poretti presso l'ochio mancho" mentre Sita de Sancto Iachomo, 60 anni, "ànne uno porro in su la mano dritta". Sono tre delle pellegrine che cercavano assistenza e alloggio nello "Spedale" del Santa Maria della Scala di Siena tra il 1382 e il 1446. Erano uomini e donne che, affrontando il viaggio verso Roma, per motivi vari, lasciavano i loro averi (monete, libri) allo Spedale: nomi, fisionomie e segni di riconoscimento annotati minuziosamente dal frate responsabile in un registro, "Il libro del pellegrino".
Ora questo prezioso documento, che raccoglie i nomi e le annotazioni sui viaggiatori che non ritirarono i loro beni, è stato interpretato, trascritto e pubblicato grazie al lavoro paziente della professoressa Gabriella Piccinni, del dipartimento di Storia dell'Università senese.
La pubblicazione si intitola "Il libro del pellegrino (Siena, 1382-1446): affari, uomini, monete nell'ospedale di Santa Maria della Scala" (ed.Liguori) e contiene un saggio della Piccinni sulle pratiche di riconoscimento in uso fin dall'antichità, oltre a un saggio della professoressa Lucia Travaini, studiosa di numismatica e docente dell'Università statale di Milano.
Pratiche di riconoscimento, corporatura, volto e segni particolari, ma anche appunto segni convenzionali per farsi riconoscere e avere indietro i beni depositati nelle casse dello Spedale, restituzioni a volte difficili proprio per la mancanza di informazioni sul depositario.
Il libro sarà presentato giovedì 11 marzo, alle ore 17, alla Cappella del Manto, nell'antico ospedale del Santa Maria della Scala, oggi complesso museale.
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