21/11/2003
SIENA - Le foreste toscane monitorate in una ricerca dell'Università di Siena
I boschi della Toscana dimostrano di avere un ruolo importante nella conservazione della biodiversità e dell'accumulo di carbonio, ma sono soggetti a elevato livelli di inquinamento da ozono e stanno deperendo.
Questi sono i risultati, presentati nei giorni scorsi in un convegno a Firenze, di una ricerca, ormai quindicennale, condotta dal dipartimento di Scienze ambientali dell'Università di Siena, in collaborazione con il dipartimento di Biologia vegetale dell'Università di Firenze e la società Linnæa-Ambiente di Firenze, per conto della Regione Toscana.
Questa ricerca, denominata MONITO, consiste in un sistema di monitoraggio integrato delle foreste demaniali toscane sviluppato dal 1987, dove l'integrazione si riferisce alle scale spaziali e temporali, al diverso approfondimento dei livelli di indagine e ai diversi temi affrontati.
Attraverso questo sistema sono stati raccolti dati e ottenute informazioni di medio-lungo periodo sulle condizioni di salute degli alberi, sulla chimica delle deposizioni atmosferiche e sulla biodiversità dei principali tipi forestali della Regione.
I risultati sinora conseguiti permettono di individuare le tendenze in atto relativamente allo stato degli alberi, alla diversità delle piante vascolari e al chimismo delle deposizioni atmosferiche, del suolo e delle foglie, nonché agli effetti dell'ozono, alla produttività e all'accumulo di carbonio.
Le condizioni sanitarie dei boschi sono peggiorate dal 1987, a causa di un aumento di segnalazioni di danni da insetti e funghi. L'indagine ha evidenziato, inoltre, il cambiamento del tipo di inquinamento ambientale. Se, da un lato sono diminuite la deposizioni acide e di zolfo, dall'altro è aumentata la deposizione di azoto e di ozono (vicine ai livelli critici ). Nel complesso le formazioni forestali potenzialmente più fragili nei confronti dell'inquinamento sono risultate le faggete appenniniche.
Dal punto di vista del bilancio del carbonio, le fustaie di faggio, di leccio e i castagneti da frutto sono le tipologie forestali con maggiore capacità di accumulo di carbonio per unità di superficie, contribuendo a contrastare l'effetto serra e, di conseguenza, i cambiamenti climatici. La diversità di tipologie forestali presenti e di modalità di gestione, inoltre, garantisce l'habitat ideale per la vita di numerose specie vegetali e, di conseguenza, anche animali.
I dati raccolti hanno fornito un contributo utile per la conoscenza delle caratteristiche ecologiche dei boschi in Toscana e dei cambiamenti in atto, sottolineando l'importanza del costante monitoraggio delle risorse naturali per un'amministrazione consapevole e per una gestione sostenibile delle risorse stesse.
Archivio Comunicati Stampa
Tel.: 0577 235227