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Università degli Studi di Siena
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02/04/2001
AREZZO - Oltre la frammmentazione della scienza. Convegno di studi ad Arezzo
Superare la frammentazione della scienza in molteplici campi disciplinari specialistici, spesso chiusi tra loro, per arrivare ad una visione globale di ogni realtà, ad uno studio d'insieme dell'uomo e del pianeta che favorisca una migliore qualità della vita e lo sviluppo degli individui e delle società.
E' un tema che oggi si fa strada tra un numero crescente di studiosi e che sarà affrontato nel convegno "Dalla frammentazione all'unità: verso una visione olistica dell'uomo e del pianeta?", promosso dalla facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo per mercoledì 4 aprile presso la sede universitaria del Pionta.
Le relazioni di apertura, alle ore 9, saranno tenute da Ervin Laszlo, filosofo della scienza presidente del Club di Budapest, già docente alla New York State University, e dal politologo Giorgio Galli. Il convegno vedrà confrontarsi studiosi di diversa estrazione disciplinare: filosofi, sociologi, psicologi, fisici, politologi, paleontologi e medici. Interverranno Mariano Bianca, Enrico Cheli, Emilio Del Giudice, Filippo Falzoni Gallerani, Roberto Fondi, Giovanni Gocci, Nitamo Montecucco, Sergio Serrano e Aleandro Tommasi.
La riflessione prenderà pertanto spunto dall'idea che se una scienza articolata in settori e sottosettori, con visioni particolari e ristrette dei fenomeni, comporta innegabili vantaggi ha, però, anche grandi limiti: di qui la necessità di passare ad una visione globale, quindi olistica, di ogni realtà studiata.
In questa prospettiva l'essere umano è considerato una totalità costituita da molteplici dimensioni che si influenzano a vicenda: il corpo, le emozioni, la mente, la spiritualità etc. Ne consegue che solo da un armonico sviluppo di tutte può derivare una migliore qualità della vita. Analogamente, il pianeta Terra può essere visto - come sostiene Lovelock con l' "Ipotesi GAIA" - come un sistema globale in cui ogni elemento, dai microbi alle piante, dagli animali all'uomo, svolge un suo ruolo preciso e necessario.
Negli ultimi due decenni il modello olistico ha riscosso ampio credito in svariati ambiti professionali — dalle medicine alternative alle psicoterapie transpersonali all'ecologia — e si sta diffondendo anche sul piano culturale più generale. Per contro, la comunità scientifica ufficiale si mostra ancora restia ad accoglierne le tesi.
"Non si deve creare un clima di competizione e conflitto tra i due diversi modelli – dice il sociologo Enrico Cheli, promotore del convegno - ma piuttosto ricercare un punto di incontro che permetta di conciliare riduzionismo e olismo, poiché entrambi sono punti di vista legittimi e utili. Così come due occhi vedono meglio di uno, due punti di vista comprendono la realtà meglio di uno".