26/03/2001
SIENA - I colori nel mondo antico
Il mondo antico era a colori o in bianco e nero? La rappresentazione artistica era giocata sugli effetti cromatici o sulla combinazione di luce e ombra, come nei secoli successivi si è pensato? Come reagiremmo immaginandoci un mondo che in realtà faceva grande uso del colore?
Il modo di vedere, utilizzare, nominare i colori nella cultura classica è il tema complesso e originale che animerà il convegno "I colori nel mondo antico", in programma per mercoledì 28 marzo a partire dalle 9.30 alla facoltà di Lettere e filosofia, sede dei Servi, in via Roma n.56, in Aula 1.
La giornata di studio, promossa dal Centro interdipartimentale di Studi Antropologici sulla Cultura Antica e coordinata da Maurizio Bettini, vuole indagare la rappresentazione del colore, ed il suo uso nella pratica artistica e figurativa, specificando le differenze tra il mondo greco e il mondo romano.
Entrambe le culture tendono a isolare alcune cromie considerate "fondamentali", privilegiano la polarità bianco – nero, escludono il blu, colore considerato primario nella nostra tavolozza. L'analisi dei testi antichi aveva portato gli studiosi del XIX° secolo a sostenere addirittura che i greci fossero daltonici; gli studi più aggiornati sostengono invece che la visione dei greci fosse condizionata da valori di lucentezza più che di tinta. Questa ipotesi verrà approfondita durante la giornata di studio. La mattinata sarà dedicata agli aspetti linguistici e alle considerazioni sul vocabolario del colore nella lingua greca e latina; l'utilizzo delle tavolozze cromatiche dal punto di vista simbolico e culturale verrà studiato nel pomeriggio, introducendo una comparazione antropologica non solo tra i popoli del mondo classico, ma anche nella cultura azteca.
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