17/05/2003
SIENA - Grande e sentita partecipazione al tributo a Luigi Berlinguer da parte dell'Università di Siena
"Le vostre esortazioni si uniscono al mio desiderio di non demordere. Voglio continuare ad imparare. Ho scarsa vocazione al riposo e quello di cui ho paura non è la sordità fisica, ma quella intellettuale". Luigi Berlinguer, commosso, ma dichiaratamente propenso al lavoro, alla sua frenesia, alla sua creatività, ha salutato così il numerosissimo pubblico riunitosi questa mattina nell'aula Magna dell'Università di Siena, per tributargli il saluto ufficiale in occasione del suo pensionamento dalla carriera accademica.
Un pubblico di amici, di colleghi, di studenti e di cittadini ha ascoltato gli interventi di Luciano Modica, docente dell'Università di Pisa, ex rettore, ora parlamentare, di Claude Allègre, già ministro francese dell'educazione nazionale, della ricerca e della tecnologia, Maurizio Bettini, docente dell'Università di Siena, Mario Reguzzoni, gesuita, studioso di sistemi internazionali dell'educazione, Virginio Rognoni, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Umberto Eco, tra l'altro presidente dell'Istituto italiano di scienze umane, al quale l'Ateneo senese ha recentemente aderito attraverso l'apertura della Scuola superiore di studi umanistici.
Il rettore Piero Tosi ha salutato ieri il suo predecessore in un Senato accademico straordinario, tenutosi ieri in modo solenne ma informale alla Certosa di Pontignano: questa mattina era presente alla Sapienza di Roma per la laurea ad honorem al Papa, in qualità di presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane.
Durante la mattinata, dedicata ai temi dell'educazione e della cultura in Europa, sono state ripercorse le tappe della riforma del sistema universitario italiano, di cui Berlinguer è stato protagonista, nel corso di una stagione di profonde riflessioni e di grandi cambiamenti, che ha portato alla fine degli anni Novanta al varo di leggi innovative per mondo dell'educazione in Italia.
Se ora in Italia il sistema della formazione ha raggiunto gli standard europei e agisce in un'ottica di scambio e di confronto internazionale, in modo non disgiunto da importanti contatti con il mondo della produzione, è anche grazie all'impegno e alle teorizzazioni di Luigi Berlinguer che, attraverso il suo rettorato, prima, poi attraverso il suo ministero, ha impresso una velocità nuova all'Università.
Durante gli anni del suo rettorato a Siena, dall'85 al '94, ha sperimentato nell'Ateneo le buone pratiche, come in un laboratorio dell'innovazione, per poi trasferirle a livello nazionale. E proprio in quegli anni l'Ateneo senese, come ha ricordato questa mattina anche Umberto Eco, da "università territoriale è diventata polo di attrazione per gli studenti e per i docenti di tutta Italia".
A partire dalle grandi celebrazioni del 750° anno della fondazione dell'Ateneo – geniale intuizione anche "mediatica" di Berlinguer - Siena ha fatto conoscere le sue nobili origini e le sue grandi potenzialità per il futuro. In quell'occasione, era il novembre del 1990, centinaia di rettori e docenti europei sono arrivati nella città del palio per celebrare il passato, ma soprattutto per decidere cosa fare e come meglio fare per sostenere la formazione e la cultura universitaria in un'ottica di scambio e di crescita unitaria.
Ma la storia dell'Università di Siena, come quella dell'Università italiana, non si ferma qui. Studiare, ricercare senza sosta, apprendere sono le prerogative di un'istituzione che si occupa di progresso. E lo ha ricordato con grande spirito e umiltà proprio Luigi Berlinguer.
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