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Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

31/03/2003
SIENA - Su Muse e poeti, un convegno al Santa Chiara il prossimo 2 aprile
Poesia, musica, arte: dietro gli infiniti mondi della creatività umana i greci e i latini mettevano le Muse. A ispirarli, a guidarli, a proteggerli in quella attività straordinaria dell'immaginazione e della fantasia, che doveva sembrare tanto potente quanto sovraumana per la sua grandezza.
In un mondo dove l'uomo misurava in ogni istante la sua debolezza, l'attività del pensiero aveva senz'altro qualcosa di divino: la poesia, la musica e l'arte permettevano quegli sconfinamenti che non erano possibili altrimenti, oltre il limite umano.
E dunque divine erano le Muse, che davano il dono dell'ispirazione poetica, così ambito allora, così prezioso.
Ma qual era il rapporto tra l'artista e la sua stessa forza creativa? Si sentiva davvero divino lui stesso nel momento della creazione? A questi e ad altri quesiti risponderanno gli studiosi che il 2 aprile si troveranno al Collegio dottorale Santa Chiara in occasione del convegno dal titolo I
poeti credevano nelle loro muse?. All'incontro di studi, diretto da Maurizio Bettini, animatore del Centro di Antropologia del mondo antico dell'Università di Siena, parteciperanno tra i relatori Carlo Brillante,Simone Beta, Pietro Clemente, Talia Pecker Berio, Alessandro Fo.
La giornata sarà l'occasione per approfondire quegli aspetti delle culture classiche che vanno ben oltre i testi letterari o la storia. La musa, cioè l'ispirazione creatrice di parole, di personaggi, di storie, di pensieri e di musica ha attraversato tutte le epoche e noi uomini di oggi possiamo ancora provare questa straordinaria forza dentro di noi. E a raccontarci le differenze o le similitudini tra l'arte di ieri e quella di oggi saranno proprio i relatori del convegno sulle Muse. Quelle Muse che, come ci ricorda il grande tragediografo Euripide, gradiscono moltissimo la pace: quella situazione del vivere umano nella quale solamente il pensiero è libero di cantare.


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