20/02/2003
SIENA - Danze marziali indiane al teatro dei Rozzi a cura del Centro Warburg Italia
Dopo lo spettacolo di danza Kathakali, andato in scena lo scorso dicembre, il Centro Warburg Italia spazia ancora nella danza rituale indiana proponendo il Kalarippayatt, cioè "l'esercizio di combattimento nel Kalari", lo spiazzo marziale.
Lo spettacolo andrà in scena il 26 febbraio, alle ore 21, al teatro dei Rozzi, interpretato dalla compagnia di C.V.N. Kalari Sangham di Trivandrum. Interverrà alla rappresentazione il maestro Govindan Sathyanarayanan famoso, tra l'altro, per aver addestrato gli attori del celebre film "Mahabharatha" di Peter Brook.
Allo spettacolo, che nasce ancora una volta dalla collaborazione tra l'ambasciata indiana di Roma e il Centro Warburg Italia di Siena, di cui è direttore il professor Giochino Chiarini, sarà presente anche lo stesso ambasciatore indiano in Italia, Himachal Som. Il regista della rappresentazione è Antonio Fichera, vice-presidente dell'Associazione italiana Armi marziali, che introdurrà la serata. Saranno rappresentate dalla compagnia ben 11 performance. L'ingresso è libero.
Prima dello spettacolo verrà proposto un documentario sulla danza indiana dello stesso Fichera, che verrà proiettato, sempre il giorno 26, alle ore 17, nell'aula Cinema della facoltà di Lettere e Filosofia, in via Roma 47 (I° piano).
L'arte del Kalarippayatt, così come è praticata ancor oggi, raggiunse il suo apice di popolarità e diffusione tra il XII ed il XVII secolo, quando il Kerala era frazionato in numerosi principati semifeudali governati da Raja locali. All'epoca quest'arte era parte regolare dell'educazione dei giovani, specialmente della classe guerriera dei Nairs. Questo percorso educativo consisteva in esercizi di autodisciplina, in un'attenta preparazione fisica ed infine nell'addestramento specifico rivolto a formare l'esperto guerriero. L'aspetto che maggiormente distingue il Kalarippayatt dalle altre arti marziali è il fatto di non essere percepito come un semplice sistema di esercizi di combattimento, sebbene esso includa tutti i metodi di duello ed un complesso uso delle armi tanto in attacco quanto in difesa.
Il Kalarippayatt aspira a qualcosa di più: suo obiettivo finale è la coordinazione della mente e del corpo, come risulta evidente dai rituali, collegati alla pratica marziale, che hanno luogo all'interno del tempio-Kalari. In questo sistema di allenamento l'arma è solo un'estensione del corpo, controllata dalla mente, il cui uso sia offensivo che difensivo raggiunge il massimo livello di perfezione.
L'appuntamento ai Rozzi sarà l'occasione per conoscere e avvicinare una cultura, quella indiana, capace ancora di esercitare un fascino misterioso e irresistibile.
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