08/11/2021
SIENA - Alleviare il dolore durante il travaglio e il parto senza farmaci: uno studio coordinato dal professor Giordano dell'Università di Siena e direttore dello Sbarro Institute. Evidenziata l'efficacia di diverse tecniche non invasive sul dolore del travaglio,
Uno studio sull'efficacia di diverse tecniche analgesiche non farmacologiche durante il parto è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Eukaryotic Gene Expression da un gruppo di ricerca, coordinato dal professor Antonio Giordano, docente di Anatomia e Istologia patologica presso l’Università di Siena e direttore della Sbarro Health Research Organization presso la Temple University.
Attraverso uno studio di meta-analisi, considerando 63 articoli pubblicati su riviste scientifiche, per un totale di 6146 pazienti coinvolte, gli autori hanno evidenziato l'efficacia di diverse tecniche non invasive sul dolore del travaglio, tra cui tecniche di massaggio, musicoterapia, ipnosi, termoterapia e distrazione attraverso la realtà virtuale. Il gruppo di ricerca si è proposto, con questo e altri studi in corso, di contribuire alla ricerca
di tecnologie alternative o complementari ai farmaci analgesici sia in campo ginecologico che, più in generale, in campo medico.
“L’identificazione di tecniche analgesiche alternative è un campo di ricerca promettente ed entusiasmante - commenta il primo autore del lavoro, dottor Antonio Melillo - . Abbiamo voluto dare il nostro contributo attraverso un’analisi aggiornata e precisa di tutte le tecniche analgesiche finora conosciute e le abbiamo confrontate al fine di supportare la stesura di linee guida che offrano alle donne una più ampia scelta di soluzioni analgesiche alternative per il loro parto”.
Il team coinvolto nella pubblicazione è un gruppo di ricerca internazionale multidisciplinare guidato dal professor Giordano per il quale la ricerca deve basarsi non sulla concorrenza ma sulla collaborazione tra discipline e l’integrazione di differenti figure professionali soprattutto di giovani ricercatori”.
Lo studio ha coinvolto anche il professor Maurizio Guida, ordinario di Scienze ostetrico-ginecologiche presso l'Università di Napoli “Federico II”, il professor Giuseppe De Pietro, direttore dell'Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del CNR (ICAR), e il dottor Andrea Chirico, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell'Università di Roma La Sapienza.
Il gruppo, noto tra l’altro per le sperimentazioni su nuove tecnologie tra cui la Realtà Virtuale come possibile terapia del dolore e del disagio psicologico, ha presentato i risultati ottenuti da un’analisi sistematica della letteratura scientifica esistente sulle tecniche alternative di analgesia durante il travaglio.
“L'Azienda ospedaliera universitaria Federico II lavora quotidianamente per offrire alle future mamme un inizio sempre più gioioso e su misura per il meraviglioso percorso della maternità - afferma il professor Guida - . Questo lavoro e i numerosi studi che stiamo conducendo dimostrano non solo il nostro contributo al progresso scientifico, ma anche la nostra attenzione alle diverse esigenze delle pazienti”.
“L'istituto ICAR sta collaborando quotidianamente con l'Istituto Sbarro e tutto il team di ricerca per studiare le possibili applicazioni della tecnologia nella sanità - conclude il professor De Pietro - offrendo la competenza e il know-how del nostro team di ingegneri come il dottor Luigi Gallo per l’informatica, l’interfaccia uomo-computer, la robotica e la realtà virtuale”.
La ricerca del gruppo sull'analgesia del dolore si basa anche sulle più recenti evidenze scientifiche sulla neurofisiologia del dolore e sulla nota e comprovata influenza di fattori psicologici sulla percezione dello stesso. A questo proposito il dottor Andrea Chirico ricorda che “a oggi, l'esperienza del parto per una donna non è sempre solo positiva, perché legata all’arrivo di una nuova vita, essendo a volte collegata ad un’esperienza più dolorosa. Tuttavia, mi sento di affermare che qualcosa sta cambiando grazie alla ricerca”.
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