Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

06/09/2019
SIENA - Polo Universitario Penitenziario: implementato il progetto didattico
dell’Università di Siena in carcere con le nuove immatricolazioni all’anno accademico 2019/2020


Continua con soddisfazione il progetto didattico e di orientamento dell’Università di Siena in carcere: nei giorni scorsi un gruppo di lavoro costituito da personale dell'Ateneo senese e dell'Azienda regionale per il diritto allo studio ha raccolto e definito le immatricolazioni e le iscrizioni agli anni successivi di oltre 27 detenuti della Casa di reclusione di Ranza, a San Gimignano, e del Carcere di Santo Spirito di Siena.

Le nuove immatricolazioni all'anno accademico 2019/2020 sono 17, distribuite tra le lauree di primo livello - 7 in Scienze politiche, 3 in Scienze del servizio sociale, 1 in Studi letterari e filosofici, 1 in Scienze della comunicazione – e le lauree magistrali, di cui 3 in Scienze internazionali, 1 in Scienze delle amministrazioni, 1 in Biologia.

La presenza della didattica universitaria presso le due strutture è organizzata nel quadro del Polo Universitario Penitenziario, costituito da 10 anni su base regionale con il contributo della Regione Toscana e del Provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria di Toscana- Umbria.

“L'impegno nel settore educativo, in collaborazione con la polizia penitenziaria, – spiega il professor Fabio Mugnaini, delegato del Rettore al Polo Universitario Penitenziario - è un indice di qualità della condizione di vita nelle due strutture e riesce a compensare le oggettive difficoltà delle due sedi: una ubicazione distante dai principali centri abitati e produttivi, per quanto riguarda Ranza, e una struttura antica che non è facilmente adattabile alle esigenze della rieducazione, per Santo Spirito.” “In entrambi i casi – prosegue Mugnaini - l'attivismo degli educatori ha reso possibile il successo dell'offerta universitaria, cui coopera dallo scorso anno anche l'Università per stranieri di Siena, in un clima di impegno al miglioramento nella risposta alla funzione rieducativa, funzione costituzionalmente fondativa del carcere.”

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