Università degli Studi di Siena
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30/01/2019
SIENA - "Argenti senesi, dal 1781 all'Unità d'Italia"
Presentazione del volume di Paolo Torriti
All’inizio dell’Ottocento ben tredici botteghe orafe erano aperte tra piazza del Campo e le strade vicine

E' dedicato agli argenti senesi, dal 1781 all'unità d'Italia, l'ultimo libro di Paolo Torriti, docente di Storia dell'arte e direttore del Master in Storia e design del gioiello dell'Università di Siena. L'opera verrà presentata venerdì 1° febbraio alle ore 17,30 a Siena, nella chiesa di san Raimondo al Refugio (via di Fiera Vecchia), in un incontro al quale parteciperanno il rettore dell'Ateneo Francesco Frati, il presidente della Fondazione Conservatori riuniti di Siena, Marcello Rustici, la professoressa Antonella Capitanio dell'Università di Pisa e l'architetto e noto imprenditore aretino Giovanni Raspini. Nell'occasione sarà allestita anche un'esposizione di alcune opere restaurate - molte delle quali di proprietà della Fondazione Conservatori riuniti - che resterà aperta per tutto il mese di febbraio.
Tra gli argenti presentati nel volume, prodotti prestigiosi, particolari e raffinati come il paliotto d'altare di Grosseto firmato nel 1782 da Giacomo Bonechi, o quello di Andrea Macchi per il Palazzo Pannocchieschi d'Elci, lo splendido busto reliquiario di Santa Caterina da Siena realizzato da Giuseppe Coppini nel 1807, la statua processionale per la Cattedrale di Bastia firmata da Gaetano Macchi nel 1856. Non ci solo opere sacre però, nel lavoro di Torriti troviamo ad esempio splendidi servizi di posate o eleganti e preziose caffettiere.
"In questo volume - spiega Torriti – sono presi in considerazione i manufatti in argento, sia sacri sia profani, documentati o punzonati con i marchi degli orafi della città di Siena, dal 1781 all'unità d'Italia. Fu infatti nel 1781 che il Granduca Pietro Leopoldo, dopo aver soppresso, insieme a tutte le altre Arti, la plurisecolare corporazione dell'Arte degli Orefici, abolì tutte le precedenti leggi in materia e annullò i marchi della città e del saggiatore".
Partendo da alcune ricerche degli anni Cinquanta realizzate da Costantino Bulgari - fondatore insieme al fratello della maison Bulgari e uno dei massimi esperti di argenterie e oreficerie italiane antiche (il cui archivio è stato donato all'Università di Siena e conservato nella sede di Arezzo), il libro è il risultato di ricerche e studi condotti nel corso di questi ultimi anni da Torriti negli archivi locali e in tutto il territorio senese, un'indagine sul campo che per il docente universitario "è venuta ad assumere proporzioni inaspettatamente vaste e che ha portato a delineare un'area di diffusione estesa a tutto l'antico territorio della Repubblica senese".
Nel volume il lettore troverà, oltre a due saggi dell'autore, il catalogo composto da trenta schede relative ad altrettante opere, un repertorio formato da centodue manufatti in argento, novantotto biografie di argentieri senesi, documentati tra il 1781 e il 1861 circa, la tavola dei marchi e il regesto documentario. Sono stati quindi rintracciati più di cento argenti sicuramente senesi, databili al periodo preso in esame. "Un patrimonio – aggiunge Torriti - che comunque ci restituisce solo in minima parte quello che gli argentieri della città realizzarono in quegli anni. Gli effetti di alienazioni, soppressioni, furti, le note requisizioni francesi, le fusioni per necessità economiche e, non ultimi, i mutamenti del gusto e della moda su oggetti facilmente trasformabili, hanno certamente modificato questa eredità culturale. Si pensi solo che nel 1808 ben tredici botteghe di orafi erano aperte in Siena, ubicate tra piazza del Campo e le strade limitrofe".

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