Università degli Studi di Siena
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23/01/2018
AREZZO - “Stranieri di carta, stranieri di voce”
Presentazione del volume nato dal progetto di ricerca del dipartimento aretino dell’Università di Siena sul tema dell’incontro con l’altro e la percezione dello straniero in un’ottica interdisciplinare

25 gennaio, ore 16, campus del Pionta

"Stranieri di carta, stranieri di voce" è il titolo del volume che sarà presentato giovedì 25 gennaio presso il campus del Pionta ad Arezzo.
Il volume, edito da Artemide (Roma, 2017), raccoglie alcuni contributi ad un progetto di ricerca del Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale dell’Università di Siena, incentrato sul tema dell’incontro con l’altro e la percezione dello straniero secondo diverse ottiche disciplinari: letteraria, linguistica, geografica, storica.
A partire dalle ore 16, interverranno Roberto Venuti insieme alle curatrici del volume, Laurie Anderson, Marina Marengo, Simona Micali e Anne Schoysman.
Seguirà l’intervento di Michela Badii “Alfabetizzare” in contesti di accoglienza. Appunti etnografici da un’esperienza nel territorio aretino” e la proiezione del video di Andrea Segre “Come un Uomo sulla terra”.
Si legge nella quarta di copertina del libro, che raccoglie i saggi di Michela Badii, Alexandre Bataller Català, Caterina Breda, Alessandra Carbone, Françoise Cognard, Morena Corradi, Barbara Innocenti, Brigitte Le Gouez, Simona Matteini, Simona Micali, Anna Morpurgo, Mauro Pala, Julio Pérez-Ugena e Federico Siniscalco: “Partendo dalla costatazione che il tema vastissimo dell’ “intercultura” presenta accezioni e risvolti diversi a seconda della prospettiva adottata, il volume pone particolare attenzione alle metodologie e ai presupposti teorici dell’indagine, dallo studio degli stereotipi letterari o sociolinguistici a quello delle proiezioni culturali, dalla ricerca sul campo alle analisi sperimentali e quantitative.
La contaminazione tra metodi e campi di indagine diversi conferma che lo sguardo dello/sullo straniero è la prospettiva migliore per una riflessione identitaria attenta a non rimanere chiusa in se stessa, ma disponibile a cercare nella diversità culturale suggerimenti per ridefinirsi e rinnovarsi nella scoperta dell’altro”.