Università degli Studi di Siena
Ufficio Stampa
Comunicati stampa

28/09/2017
AREZZO - La Notte dei Ricercatori entra nel carcere di Arezzo con il progetto di filosofia con i detenuti
La filosofia può aiutare i detenuti, supportare la loro emancipazione e la loro rieducazione. Con questo obiettivo, da oltre un anno, il Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale dell’Università di Siena porta avanti nella casa circondariale di Arezzo il progetto “Filosofia in carcere”. E domani, venerdì 29 settembre, in occasione di “Bright”, la Notte dei ricercatori, dalle ore 16 sarà proposto un evento proprio all’interno del carcere di San Benedetto, al quale parteciperanno il direttore della struttura Paolo Basco e la direttrice del Dipartimento Loretta Fabbri, insieme ad Alessandro Fo, docente dell’Ateneo e responsabile di numerosi progetti nelle carceri toscane sulla poesia, la fiaba e la letteratura, e a Simone Zacchini, responsabile del progetto aretino. “La prima parte del lavoro si è conclusa - spiega Simone Zacchini – ed è servita anche a raccogliere gli scritti di una decina di detenuti dai quali emerge come la filosofia permetta di acquisire una visione più critica del contesto in cui vivono e di come possa essere usata per sviluppare una visione plurale dei significati che la realtà carceraria tende ad appiattire. Negli ultimi mesi – prosegue il professor Zacchini – abbiamo iniziato un lavoro nuovo con detenuti e studenti universitari sul significato del ‘dialogo’, su come appunto si dialoga, come si svolge in filosofia un’argomentazione, come si discutono le tesi di un interlocutore e come si supportano le proprie. L’intenzione è di arrivare a mettere in scena, nell’estate prossima, uno spettacolo teatrale”.
Nel corso dell’evento in carcere saranno proposti anche alcuni interventi musicali, del baritono Mario Cassi, che interpreterà arie d'opera e canzoni napoletane tradizionali, e della studentessa universitaria Melania Mattii, oltre ad alcune pagine di Platone lette da Ivan Romano, giovane attore senese.
Negli altri appuntamenti di “Bright” ad Arezzo, tutti dedicati al tema della diversità, con l’obiettivo di far conoscere ai cittadini l'importanza della ricerca per promuovere l’inclusione sociale, si parlerà di multicultura in classe (ore 10,30, aula magna del campus del Pionta), a partire dai video sul tema prodotti dagli studenti di alcune scuole superiori aretine, e di diversità e violenza di genere (ore 18, aula teatro del campus del Pionta) con gli studenti del liceo Colonna di Arezzo, che metteranno in scena lo spettacolo “Amore malato”, con il quale si chiuderà la Notte dei ricercatori ad Arezzo.
Sempre al Pionta, nel pomeriggio, verrà inoltre lanciato un crowdfunding per sostenere la realizzazione nel campus di alcuni servizi per supportare gli studenti con figli, progettati dagli stessi studenti universitari.
Il programma dettagliato della Notte dei ricercatori ad Arezzo è pubblicato nel sito del Dipartimento dell'Università di Siena www.dsfuci.unisi.it e su www.bright-toscana.it/arezzo