Università degli Studi di Siena
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22/05/2017
SIENA - Innovazione per lo sviluppo e la pace nel Mediterraneo. Riccaboni: "Conoscere le realtà più avanzate e i bisogni espressi dalla società, per capire dove occorra investire nel futuro in ricerca e innovazione"
All'Università di Siena le imprese agroalimentari che innovano, a confronto sulle tecnologie sostenibili
Acquaponica, idroponica, coltivazioni verticali, orticoltura in-house, tecnologie di monitoraggio consentono di avere più prodotti con minore consumo di acqua.


Orti sui tetti di quartieri commerciali che riforniscono ristoranti, coltivazioni in acqua che permettono di far crescere 400 piantine di ortaggi in due metri quadrati all'interno di una stanza, pareti verticali attrezzate per l'orticoltura fuori terra, produzioni che riescono a superare le difficoltà climatiche, grazie alle tecnologie. Sedici casi aziendali che puntano alla sostenibilità da tutto il Mediterraneo sono stati presentati oggi al PRIMA Stakeholder Forum, presso il Santa Chiara Lab dell'Università di Siena: una vetrina dell'innovazione che mira allo sviluppo grazie alla ricerca, promossa dal programma internazionale sull'agroalimentare e l'utilizzo dell'acqua. Buone pratiche da Israele, Libano, Egitto, Tunisia Portogallo, Germania, Francia, Italia, che possono aprire a quel dialogo chiamato "science diplomacy".
"Oggi all'Università di Siena abbiamo visto alcuni degli esempi più all'avanguardia di ricerca applicata all'impresa nel paesi che si affacciano sul Mediterraneo", ha detto il professor Angelo Riccaboni, coordinatore del programma PRIMA per conto del Miur. "Attraverso questo tipo di incontri - ha proseguito Riccaboni - possiamo conoscere quali sono le realtà più avanzate e i bisogni espressi dalla società, per capire dove occorra investire nel futuro in ricerca e innovazione. Obiettivo è individuare gli ambiti di innovazione che attraverso la ricerca potranno determinare processi di sviluppo a vantaggio delle nostre collettività, mettendo in rilievo il ruolo della ricerca pubblica e delle università nel percorso di crescita di un area, quella euromediterranea, cruciale a livello mondiale".
Grande impatto sul pubblico hanno avuto in particolare le presentazioni di cinque imprese di giovani, selezionati ad hoc per caratteristiche peculiari relative alla natura di attività e progetti innovativi implementati sul campo.
PRIMA, il programma di ricerca internazionale per il Mediterraneo, che, appena varata la propria agenda strategica, è entrato nella fase di ascolto degli interlocutori
La ricerca per l'innovazione in agricoltura e nell'utilizzo dell'acqua al servizio del dialogo, dello sviluppo e della pace nel Mediterraneo
PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) è un programma di ricerca e innovazione che vede i Paesi Euro-Mediterranei e la Commissione Europea impegnati nel finanziamento e nello sviluppo di soluzioni innovative nell'ottica della sostenibilità in materia di agricoltura, industria alimentare e uso delle risorse idriche. Il programma PRIMA coinvolge 19 Paesi, con un impegno finanziario di oltre 400 milioni di euro. La Struttura di coordinamento nazionale, che si occupa del funzionamento della parte italiana del network, è guidata dall'Università di Siena, con il coordinamento del professor Riccaboni, e rappresenta il riferimento nazionale a supporto delle attività di ricerca, innovazione e capacity building previste nel Programma. Per informazioni: www.prima4med.org

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