Università degli Studi di Siena
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Comunicati stampa

19/05/2017
SIENA - Gli stili alimentari e la salute dei giovani
in un'indagine dell'Università di Siena
Appena pubblicata la ricerca realizzata in occasione
del Millennials Lab, da oggi fino al 21 maggio
presso l'Ateneo senese

Sono attenti ai prezzi più che alla qualità degli alimenti che consumano, si informano principalmente da famiglia e medici, non si fidano dei social media sui temi dell'alimentazione e della salute e ritengono che l'industria alimentare non lavori sempre nell'interesse dei consumatori: questi sono alcuni degli atteggiamenti dei Millennials secondo l'indagine condotta dal Laboratorio Analisi Politiche e Sociali dell'Università di Siena sui giovani, gli stili alimentari e la salute appena pubblicata.
La ricerca è stata realizzata in occasione del Millennials Lab, laboratorio internazionale che inizia oggi, 19 maggio, al Santa Chiara Lab dell'Università di Siena, e si basa sui dati raccolti nelle interviste a 1052 ragazzi di età compresa tra i 16 e i 35 anni, volte a comprendere gli stili di comportamento alimentare dei giovani italiani.
Cosa orienta i Millennials nell'avvicinarsi al cibo? Quali i criteri nelle scelte e nei consumi? Non ci sono dubbi, è il prezzo il fattore che incide di più nella scelta dei cibi, con il 91% degli intervistati che lo indica come molto o abbastanza importante, seguito dalle proprietà nutrizionali e dalla stagionalità del prodotto (85% e 84% del campione), dalla provenienza italiana (83%) e dall'affidabilità del brand (81%).
Consistente la quota di giovani, circa il 40% del totale, che è disponibile in linea di principio a consumare in modo ecologicamente sostenibile, anche se tra i vari stili di consumo alimentare la categoria che primeggia con il 31% è quella che degli "agnostici alimentari", rappresentata da coloro che fanno un uso misurato sia degli alimenti qualitativamente superiori (biologico, mercato equo e solidale, marchio DOP IGP, DOCG) che del cosiddetto junk-food.
Solo il 23% dei giovani italiani dichiara di aver fiducia nelle informazioni veicolate sui social media sui temi di alimentazione e salute, in minor misura anche rispetto a televisione (32%), radio (38%) e quotidiani (41%). Al primo posto tra le fonti affidabili vi sono invece la famiglia e i medici di base, che raccolgono rispettivamente l'88% e l'83% di consenso degli intervistati.
L'analisi indaga anche quanto i giovani siano permeabili ad una visione del mondo cospiratoria su alimentazione e problematiche connesse alla salute, con particolare riferimento ad un tema molto attuale, quello dei vaccini. Una netta maggioranza di intervistati è d'accordo con l'esistenza di complotti di vario genere orchestrati dall'industria alimentare, farmaceutica e le grandi catene di fast-food con la complicità della politica. La maggioranza, oltre l'80%, ritiene però che i benefici del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia superino i rischi e più del 70% che i bambini sani dovrebbero essere obbligatoriamente vaccinati per frequentare la scuola. Scarsa l'informazione riguardo la Politica Agricola Comune dell'Unione Europea, sconosciuta a più di metà del campione con ovvie correlazioni con il livello di istruzione degli intervistati.
"Dalla nostra indagine - spiega il professor Pierangelo Isernia, direttore del dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell'Università di Siena e coordinatore della ricerca - emerge un quadro diversificato degli stili alimentari dei giovani italiani. La maggioranza di loro è potenzialmente attenta e consapevole delle proprie scelte alimentari, ma anche per la difficile situazione economica del paese le considerazioni di convenienza e di prezzo sono preminenti. I giovani sono scettici verso la grande industria e la maggioranza teme che essa manipoli la qualità dei prodotti per interessi economici".
A proposito della tematiche relative alla salute spiega Isernia: "Sono stati esaminate per la loro attualità anche alcuni aspetti relativi ai vaccini, da cui emerge che la grande maggioranza dei giovani italiani ritiene che i benefici siano superiori ai rischi e approva l'obbligo vaccinale. Dato interessante, che merita riflessione, è che dall'altro lato, coloro che ritengono i vaccini dannosi, nonostante la qualità scientifica delle informazioni loro fornite sui benefici dei vaccini, non modificano le loro opinioni".
Il rapporto completo della ricerca è disponibile on line, nelle pagine del dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell'Università di Siena: http://www.circap.org/uploads/1/8/1/6/18163511/report_cibo_e_giovani_.pdf.

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