Università degli Studi di Siena
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24/11/2016
AREZZO - L’Università mette in discussione i propri metodi di insegnamento: costituito ad Arezzo un network sull'innovazione didattica
E’ opportuno ridurre i tempi della didattica frontale e come si può integrarla con metodologie di insegnamento che vedano la partecipazione attiva degli studenti? Come si può rendere l’insegnamento più professionalizzante e permettere l’acquisizione di competenze trasversali da parte degli studenti? E ancora, come si può avviare la formazione didattica dei docenti universitari?
A queste domande direttori di dipartimento, docenti e ricercatori universitari italiani hanno cercato di rispondere nel convegno “Transformative Learning”, sull’innovazione didattica e organizzativa, promosso ad Arezzo dal Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università di Siena.
Al termine di due giornate di lavori, che hanno messo in discussione una tradizione centrata sulla lezione frontale e nel corso delle quali sono state presentate le pratiche già adottate per rendere gli studenti protagonisti del proprio apprendimento, dodici dipartimenti universitari di scienze dell’educazione e della formazione hanno costituito un network sull’innovazione didattica. Le università di Siena, Bolzano, Chieti, Firenze, Foggia, Macerata, Milano Bicocca, Milano Cattolica, Napoli Federico II, Napoli Suor Orsola Benincasa, Padova, Salerno e della Valle d’Aosta si sono riunite nell’Italian Transformative Learning Network (ITLN), una comunità di ricercatori che svilupperà studi multidisciplinari sui temi dell’apprendimento adulto, delle metodologie attive di sviluppo e, in relazione con i concetti di comunità di pratica, dell’apprendimento incidentale e apprendimento formale, non formale e informale.
“L'università è impegnata a pensare e sperimentare come migliorare l'insegnamento, come alzare la qualità dell’apprendimento e consentire agli studenti di apprendere sia il sapere che il saper fare”, spiega Loretta Fabbri, direttrice del Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena. “Gli studenti ci chiedono di trovare modalità di partecipazione più informali ed efficaci e di professionalizzare i saperi, cioè di essere più vicini alle questioni del mondo del lavoro. L’obiettivo è quello di proporre una didattica che sappia coinvolgerli, che coniughi ciò che studiano oggi con ciò che andranno a fare domani, che coltivi le competenze trasversali fondamentali per il loro futuro professionale e personale”. Competenze trasversali, o soft skills, come il saper lavorare in gruppo, risolvere i problemi, comunicare efficacemente o fare ricerca, sempre più richieste ai laureati per l’inserimento professionale. Altro aspetto che verrà approfondito è quello della valorizzazione dell’apprendimento tra pari, che vede nella discussione in aula un importante momento di apprendimento, di costruzione della conoscenza.
“Il network che abbiamo costituito è una comunità di apprendimento che adotterà l’approccio metodologico del transformative learning, perché la conoscenza è anche conoscenza relazionale, risultato di un processo di scambio, di confronto tra persone che condividono una pratica e possono collaborare e trovare soluzioni di sviluppo individuale e organizzativo”.