Università degli Studi di Siena
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30/09/2016
AREZZO - Emozionante conclusione della Notte dei Ricercatori ad Arezzo
Un confronto sull'utilità della ricerca, sul suo valore sociale ed etico, con la partecipazione degli studenti universitari e delle scuole superiori, dei ricercatori universitari, dei cittadini e di alcuni detenuti del carcere di Arezzo. E' stato questo Bright, La Notte dei ricercatori ad Arezzo, oggi nel campus universitario del Pionta, iniziativa che si sta svolgendo in contemporanea in 300 città europee. Ad Arezzo gli eventi - conferenze, spettacoli, presentazioni di progetti e workshop - sono stati organizzati dal Dipartimento dell'Università di Siena, un'occasione di intrattenimento e apprendimento aperta a tutti.
"E' stato un appuntamento importante che ci ha visti impegnati come per evidenziare il ruolo che la ricerca ha nella società – ha spiegato la direttrice del Dipartimento, Loretta Fabbri – . Ad Arezzo abbiamo proposto tre iniziative: stamani gli studenti universitari hanno discusso con gli studenti delle scuole superiori del progetto 'Studente ricercatore', che ha permesso loro di cimentarsi in attività di ricerca, alcune anche di interesse cittadino. Nel pomeriggio si è aperto il confronto sulla ricerca come strumento di inclusione e di emancipazione e in particolare sul ruolo della filosofia, per chiederci se, ad esempio, la pratica filosofica può permettere ai detenuti di compiere un percorso di emancipazione, riflettendo e sviluppando un pensiero critico. Un tema – ha spiegato la professoressa - sul quale abbiamo già avviato un progetto sperimentale che si svolgerà nel carcere di Arezzo. Per concludere, una riflessione su follia e manicomi, su cosa significa oggi affrontare la malattia mentale, per capire se lo studio e la ricerca possono essere di supporto a chi vive questa dimensione critica dell'esistenza. L'Università ad Arezzo ha sede nelle palazzine dell'ex manicomio – ha aggiunto la direttrice – abbiamo recuperato e riordinato l'archivio storico dell'Ospedale psichiatrico, conservato nella palazzina dell'Orologio, e proprio partendo dalla valorizzazione di questo patrimonio si svilupperà un nuovo progetto multidisciplinare di ricerca che vedrà impegnati storici, filosofi, pedagogisti, psicologi e sociologi sul tema della malattia mentale e dei manicomi. Un progetto che nei prossimi mesi, fino a maggio, prevede varie iniziative pubbliche, per ripercorrere una delle esperienze di punta della psichiatria radicale, che ebbe ad Arezzo un riferimento decisivo in Agostino Pirella".
E sempre su questi temi si è chiusa la Notte dei Ricercatori ad Arezzo, con un'emozionante messa in scena, davanti alla scalinata della palazzina "Donne" dell'ex manicomio, oggi sede dell'Università, dello spettacolo sulla follia "Il sacro male" della Compagnia Diesis Teatrango.
Nato nel laboratorio permanente di teatro sociale della compagnia Diesis Teatrango, lo spettacolo è stato tratto da "Le libere donne di Magliano" dello psichiatra e scrittore Mario Tobino.


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