Università degli Studi di Siena
Ufficio Stampa
Comunicati stampa

05/04/2016
AREZZO - Lo storico britannico John Foot ad Arezzo: “La città tra le capitali della psichiatria radicale in Italia e unica al mondo con un monumento alle vittime del manicomio. Ripartiamo dall’archivio storico del suo ospedale per raccontare le storie delle person
Lo storico britannico John Foot, autore del volume “La Repubblica dei Matti” su Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, è intervenuto oggi ad Arezzo alla giornata di studio su psichiatria e antipsichiatria, organizzata dall’Università di Siena nella sede aretina del Pionta, un tempo manicomio della città.
“Dagli anni sessanta agli anni ottanta – ha detto il docente dell’Università di Bristol - Arezzo è stata una delle capitali della psichiatria radicale in Italia. Qui nel 1971 arriva Agostino Pirella, che inizia a ‘rovesciare’ l’istituzione manicomiale e a dar voce ai pazienti. La memoria di quell’esperienza non è andata perduta. Ad Arezzo, nell’archivio del suo ospedale psichiatrico, è conservata una storia importantissima raccontata solo in parte. Dobbiamo ripartire proprio da qui, dall’archivio, dai pazienti, dalle storie delle persone spesso dimenticate. Il Pionta è oggi un luogo universitario che conserva la memoria del passato – ha aggiunto - dove c’è un monumento unico al mondo dedicato alle vittime dei manicomi. Abbiamo chiuso gli ospedali ma non abbiamo certamente risolto i problemi della salute mentale. Le strutture sul territorio ci sono ancora e hanno bisogno di appoggio e risorse per funzionare, per sostenere le persone con disagio psichico”.
Alla giornata di studio, coordinata dai docenti del Dipartimento universitario di Arezzo Massimo Baioni e Massimo Bucciantini, sono intervenuti storici, psichiatri, psicologi, pedagogisti, sociologi, operatori sanitari cittadini che hanno vissuto l’esperienza della chiusura dei manicomi ad Arezzo e in Italia. E’ stata un’occasione per tornare a riflettere sul significato storico, sul valore e sull’attualità delle esperienze giunte a maturazione negli anni settanta del secolo scorso, tematiche dalle molteplici implicazioni, che sollevano domande di ampio respiro.
“Da questa giornata di studio inizierà un lavoro di valorizzazione del patrimonio conservato nell’archivio storico dell’Ospedale psichiatrico e un’attività di ricerca e di studio attraverso un approccio multidisciplinare – ha detto Loretta Fabbri, direttrice del Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena.
La costituzione di un centro di documentazione che eviti la dispersione e diventi un punto di raccolta di documenti, memorie, testimonianze, in modo da renderli fruibili, è stato proposto dal presidente del Centro Basaglia di Arezzo Cesare Bondioli. “Un progetto – ha detto - che potrà vederci al lavoro nei prossimi anni, insieme all’Università che ringrazio per l’interesse dimostrato per la psichiatria ad Arezzo”.
Alla giornata di studio sono intervenuti anche Paolo Martini, Paolo Nascimbeni, Paolo Serra, Francesca Bianchi, Silvia Calamai, Stefania Gherardi, Lucilla Gigli, Patrizia Montani, Maddalena Carli, Vinzia Fiorino, Stefano Brogi, Renzo Sabbatini, Marco Natalizi e Caterina Pesce.