Università degli Studi di Siena
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31/08/2015
AREZZO - Con il libro "Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto" il professor Massimo Bucciantini vince il Premio Viareggio per la saggistica
Con il libro “Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto”, edito da Einaudi, il professor Massimo Bucciantini ha vinto il Premio Viareggio Rèpaci per la Saggistica. La cerimonia di consegna del Premio si è svolta sabato scorso.
“Il mio libro è la biografia di una statua, quella di Giordano Bruno, scolpita da Ettore Ferrari e inaugurata il 9 giugno 1889”, spiega Bucciantini, che insegna Storia della Scienza presso il Dipartimento di Arezzo dell’Università di Siena. “Ma è anche un libro sull’Italia, abitato da molti personaggi: da Garibaldi a Francesco Crispi, da papa Leone XIII ai gesuiti di ‘Civiltà Cattolica’, dai direttori dei giornali liberali e radicali come ‘Il Messaggero’ ai sindaci della capitale".
Un saggio, il suo, che inizia con i versi della “Primavera di Praga” di Francesco Guccini e si conclude con l’auspicio: “Sarebbe un bel giorno se all’alba di un 17 febbraio di questo secolo un qualche vescovo di Roma uscisse dal Vaticano per recarsi in Campo dei Fiori. E lì, da solo, ai piedi di quella statua, restasse in raccoglimento”.
Il monumento venne inaugurato in una caldissima domenica di primavera, tre anni dopo la Statua della Libertà ed esattamente tre settimane dopo la Torre Eiffel. "Fu un fatto di rilevanza internazionale di cui parlarono i giornali di mezzo mondo", conclude Bucciantini, "le parole d’ordine dei discorsi ufficiali erano le stesse, pronunciate sia Parigi che a New York. Libertà, scienza, avvenire, marcia del progresso si intrecciavano a luce, civiltà, patria, missione, diritti dell’uomo”.


Di seguito la motivazione della giuria
“Massimo Bucciantini, col libro Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto Einaudi, ricostruisce l'intreccio di vicende storiche, politiche, private, culturali e artistiche che si strinse attorno al progetto di erigere un monumento a Giordano Bruno in quel Campo dei Fiori che, quasi nell'epicentro del cattolicesimo, aveva visto tre secoli prima bruciare il rogo del grande filosofo ed eretico. In queste pagine dense di documenti e di racconti e riscontri di notevole presa emotiva, Bucciantini fa vedere come quel progetto e la sua a lungo rinviata realizzazione non solo si svilupparono nel tempo facendo risaltare pregi e vizi delle due anime laica e clericale del paese, ma più in profondo vennero ad articolarsi in un simbolico confronto fra la libertà di pensiero e i poteri dogmatici e teocratici di fine secolo. Sullo sfondo di un'autentica battaglia politico-ideologica, gli animati capitoli del libro hanno il pregio di portare in campo tutti i protagonisti di quella vicenda, anche quelli sinora sconosciuti alle cronache: a partire dagli universitari napoletani e romani tra i quali scaturì l'idea, per passare al rivoluzionario francese Armand Lévy e all'insegnamento hegeliano di Bertrando Spaventa, il valore della ragione nella lotta politica esaltato da Francesco de Sanctis e i modelli ancora vicini dei martiri del Risorgimento; sino a Mazzini e Garibaldi, i giornali liberali e quelli cattolici, il ruolo della massoneria e di Francesco Crispi. Ne viene anche il ritratto spesso cupo di una nazione ancora indecisa, squilibrata perlopiù nella ricerca del consenso delle forze moderate ma anche del rinnovamento di una cultura bloccata da opposte arretratezze, seppur già pronta a fare il passo verso una religione progressiva di pensiero laico. B. dà voce dunque alle decine e decine di personaggi presi nel giro di un evento che si vede qui trasformato in uno spettacolare susseguirsi di colpi di scena. Ed è grazie a questo racconto di un monumento eretto “per orgia satanica nel campo maledetto” così la stampa cattolica dell'epoca che siamo in grado di apprezzare come la nostra storia recente sia stata capace, appunto, di muovere la storia, con Giordano Bruno non più soltanto vittima di un'intolleranza ma simbolo del diritto dell'uomo a credere in ciò che pensa".