Università degli Studi di Siena
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24/09/2013
SIENA - “Plastic Busters” salpa a bordo dell’Amerigo Vespucci
La nave scuola della Marina militare ospita un’anteprima del progetto che mapperà la presenza di plastica nel mar Mediterraneo

Entra nel vivo il progetto di monitoraggio delle macro e micro plastiche che inquinano il mar Mediterraneo, promosso dall’Università di Siena sotto l’egida dell’ONU: grazie alla Marina militare, che ospiterà i ricercatori dell’Ateneo senese sulla sua nave scuola Amerigo Vespucci, si svolgerà un’anteprima di “Plastic Busters”, l’ampio piano di mappatura, analisi e divulgazione scientifica sull’inquinamento marino dovuto alle plastiche.
“Plastic Busters” fa parte delle iniziative a favore della sostenibilità, lanciate attraverso “Med Solutions”, il network per l’area del Mediterraneo, coordinato dall’Università di Siena, all’interno dell’iniziativa ONU “Sustainable Development Solutions Network”.

I ricercatori senesi di “Plastic Busters” salperanno, domani 25 settembre, a bordo dell’Amerigo Vespucci dal porto di Livorno. Durante questa campagna, con specifiche tecniche di monitoraggio, potranno quantificare la presenza di plastica e suoi derivati nel tratto di mare del Santuario Pelagos, fino al porto francese di Tolone.

“Siamo orgogliosi di dare il via insieme alla Marina Militare a questo importante progetto di tutela ambientale”, ha detto il professor Angelo Riccaboni, rettore dell’Università di Siena. “Si tratta della prima azione concreta della rete Med Solutions, coordinata dal nostro Ateneo, all’interno del network mondiale voluto da Ban Ki Moon e guidato a livello internazionale dall’economista Jeffrey Sachs. E’ la prima volta che le Università e le istituzioni della ricerca di tutti i paesi del Sud Europa hanno l’occasione concreta di collaborare insieme per contribuire fattivamente alla soluzione di problematiche di squilibrio ambientale, sociale ed economico. La rete di ricerca sarà uno strumento fondamentale per armonizzare le attività dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e concertare soluzioni immediate per lo sviluppo sostenibile”.

Navigando tra Livorno e Tolone, e attraversando l’area marina protetta del “Santuario Pelagos”, i ricercatori dell’Università di Siena, coordinati dalla professoressa Maria Cristina Fossi, mapperanno la presenza di macroplastiche, e valuteranno la presenza di micro plastiche – frammenti al di sotto dei 5 mm che solitamente derivano dal disfacimento dei rifiuti - raccogliendo campioni di plancton in superficie e in profondità, per misurarne la contaminazione. I biologi dell’Ateneo senese si avvarranno di strumenti di analisi e procedure validate in numerose campagne di monitoraggio ecotossicologico degli animali marini. In particolare, gli studi sulle microplastiche e il loro impatto sui cetacei, “sentinelle” dello stato di salute del mare, forniranno un metodo per il monitoraggio dell'ambiente pelagico (alto mare).
Toccando i principali porti italiani e francesi, i ricercatori inoltre potranno coinvolgere nel progetto “Plastic busters” istituzioni e cittadini, attraverso iniziative di informazione e divulgazione. Già 30 enti di ricerca e istituzioni internazionali hanno aderito al progetto.

“Plastic Busters – spiega la professoressa Fossi - si pone l’obiettivo finale (in una spedizione più ampia che si svolgerà nel 2014) di mappare la presenza di macro e micro plastiche in tutta l’area del Mediterraneo, e valutarne le conseguenze sull’ambiente marino e sulla salute della sua fauna”. “Il Mare Nostrum – continua la professoressa Fossi - essendo chiuso e densamente popolato, è fortemente interessato dalla contaminazione da plastica: si stima che sia inquinato da 3 miliardi di rifiuti, e che questi siano costituiti tra il 70 e l'80% da plastiche che contaminano la fauna marina e la catena alimentare, fino al pesce che arriva sulle nostre tavole”.

Il crescere dell’inquinamento in mare è legato principalmente alla produzione di rifiuti a terra: ogni cittadino europeo produce mediamente 520 kg di rifiuti all’anno, destinati a diventare 580 kg a testa entro il 2020, in assenza di azioni di contrasto. D’altra parte, proprio il 2020 è la data fissata dall’Unione Europea per raggiungere un buono stato di salute del mare nell'ambito della Marine Strategy Framework Directive.

Il progetto “Plastic busters” servirà a stabilire con certezza la presenza e gli effetti sugli animali marini dell’inquinamento da plastica, per pianificare fin da subito, a livello internazionale, azioni di mitigazione e riduzione del fenomeno.

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